mercoledì 31 agosto 2011

76a RESA DEI CONTI

 
–“Vieni Jamila, torniamo dove è scomparso Thebaldol e vediamo se possiamo sfondare una parte del pavimento per seguirlo. Dubito che ormai riusciremo a prenderlo ma almeno vedremo da dove è passato…” Mi curo anch’io, mi proteggo con delle immagini speculari per superare il golem con meno rischi e poi corro verso lo studio di Zelman, precedendo il mago. Ma all’ultima svolta finisco prigioniera di alcuni tentacoli neri. Chi accidenti… Thebaldol è di fronte a me, con un ghigno da pazzo: “Adesso la facciamo finita una volta per tutte.” Urlo per avvisare Drev e tento di liberarmi dalla morsa dell’incantesimo. Ma perché è tornato indietro?! è riuscito a passare le informazioni, altrimenti non sarebbe ancora qui; se ne poteva andare sano e salvo, libero... Mi scaglia addosso una tempesta di ghiaccio che per fortuna risulta deboluccia. Vuole uccidermi, è tornato per questo. Non è una mossa molto intelligente, o forse sperava nel golem… I dardi di Drev si infrangono sul suo scudo. Insulto lo sharita con epiteti che non avrei mai pensato di pronunciare mentre provo inutilmente a svicolarmi dai tentacoli; sono avvinghiata stretta e ogni movimento mi provoca danni e ferite. –“Jamila, tentiamo con una metamorfosi!” Lascio passare l’incantesimo di Drev, sento il mio corpo crescere, i miei muscoli gonfiarsi ma ancora non riesco a liberarmi; le forze cominciano a mancarmi, respiro male e fatico a muovere il braccio e la gamba destri. Le immagini speculari restanti mi salvano da un paio di incantesimi di Thebaldol, poi lui e Drev hanno uno scambio di cortesie che non ferisce seriamente nessuno dei due. Strattona, divincola, tira, alla fine riesco ad eludere la presa di tentacoli e a lanciare una cecità sullo sharita buttandomi fuori dalla zona infestata dall’incantesimo. Cado a terra sentendo il mio aspetto tornare alla normalità, il panico si impadronisce del volto di Thebaldol quando il nero cala sui suoi occhi. E adesso vediamo come te la cavi! Ti farò sputare tutto quello che hai fatto, bastardo! Lui prova a difendersi con un incantesimo alla cieca scagliandosi verso di me, ma resisto all’effetto magico. Drev è bloccato dietro ai tentacoli, io tengo a distanza il mio avversario con i 'dardi dell’unicorno', poi vedendo che ormai è a corto di risorse vado brutalmente di pugni. Non voglio ucciderlo, lo devono interrogare, devono scoprire tutto quello che sa… Lui cerca di afferrarmi, forse per tentare un altro incantesimo, ma l’unico incantesimo che parte è quello di Drev, che lo uccide.
  Cavolo! … ... Comunque non avrebbe parlato, si sarebbe ucciso prima. Recupero l’anello che dovrebbe controllare il golem mentre Drev aspetta che si esaurisca l’effetto dei tentacoli neri. Poi mi raggiunge: “’Sto str***o. Tanto non avrebbe parlato. Anzi, ora mi accerterò che sia morto morto e vedo cosa ha addosso di interessante, tu intanto curati e aiuta Lorcan”. –“Ma perché è tornato indietro? Ormai era salvo, aveva ottenuto ciò che voleva…”  –“Non lo so… Del resto se si chiama tocco d’idiozia un motivo ci sarà…”

sabato 27 agosto 2011

75b COME SABBIA TRA LE MANI

  Una rabbia profonda, viscerale, spazza via la paura e il dolore fisico provocato dal “dito della morte” che mi fa ricadere sulla sedia. Zelman l’aveva detto che non si sentiva sicuro! Ma come hanno potuto introdursi qui? Che ne hanno fatto del capo? Lorcan sta già piombando addosso allo sharita scavalcando la scrivania e dando voce ai peggiori insulti. Il golem fa irruzione nella stanza ma lo ignoriamo, per nostra fortuna è lento e facendo attenzione dovremmo poterlo evitare. Ci concentriamo su Thebaldol, che nonostante le sue difese incassa colpi pesantemente, più di noi. Fammi vedere come li lanci i tuoi incantesimi più potenti, sotto l’effetto del tocco d’idiozia! Ma non se ne va, pur essendo in difficoltà e avendo estorto le informazioni che voleva non si teletrasporta via. L’arma segreta! Zelman deve essere riuscito ad attivarla prima di soccombere. Per questo non percepivo niente, divinazioni interdette. Bene, questo è a nostro vantaggio: non puoi avere già rivelato ciò che hai scoperto e non ti lasceremo uscire di qui, maledetto! Quando ormai penso che possiamo farcela, Thebaldol assume forma gassosa e riesce a percolare via da una fessura del pavimento. Il grido di frustrazione di Drev si spegne sui miei colpi di stocco nel tentativo inutile di rimuovere una lastra vicina alla via di fuga del nostro nemico. No, bastardo! Non puoi farla franca! –“Attenta!” Il pugno del golem cade troppo vicino. Mi servo della scrivania come punto d’appoggio per svicolare dallo scontro con una capriola acrobatica. –“Drevlin, come lo prendiamo quel verme! Non possiamo permettergli di passare le informazioni!” Lui si sta curando: “Non ho memorizzato nulla che ci consenta di passare da quella fessura e non possiamo nemmeno individuarlo!” Lorcan ha già raggiunto l’uscita dello studio: “Usiamo le scale. Muovetevi!” Cerchiamo un’uscita al piano di sotto infilandoci per corridoi che non abbiamo mai percorso nelle nostre visite precedenti, inseguiti a distanza dal golem, che però non sembra voler colpire per ucciderci. Io non mi do pace: “Gli abbiamo detto l’unica cosa che ci avrebbe concesso del vantaggio! Era meno grave se gli avessimo rivelato la strada da percorrere, loro si muovono agilmente nel Sottosuolo e non faticheranno più di tanto a trovarla. La chiave del portale invece… Per quella avrebbero dovuto sudare!” Il mago è nero: “Credi che non lo sappia?”
  –“Ragazzi, non serve a niente crucciarsi! Come potevamo immaginare? Ci è già andata bene che Drev si sia accorto che quello non era Zelman. Adesso preoccupiamoci di trovare queste c***o di scale!” Che in realtà non ci sono, da nessuna parte, perché quelle che usiamo noi di solito non hanno altri accessi. Dannazione, come scendiamo! Lorcan inizia a tastare uno dei muri della stanza dove ci troviamo: se non ci sono scale, ci saranno dei passaggi segreti o delle porte nascoste. Ma come caspita le cerchiamo con un golem che ci dà la caccia? E poi ci vorrà un sacco di tempo, quello str***o di Thebaldol nel frattempo avrà già abbandonato il palazzo e starà veleggiando trionfante verso Shade. Gli abbiamo spiattellato tutto… Non devo pensarci!
  –“Voi occupatevi di distrarre il golem, io cerco una via di uscita” Di fronte alla mia espressione rassegnata, il bardo si risente: “Che vuoi fare d’altro? Almeno vediamo di trovare il capo, di avvisare qualcuno!” Sempre che non diano la colpa a noi… O me**a! Dobbiamo assolutamente ritrovare Zelman altrimenti saremo i capri espiatori della situazione! Ma come è possibile, come sono riusciti a infiltrarsi qui, chi può averli aiutati!

mercoledì 24 agosto 2011

75a IMPOSTORE

  Ci vogliono due giorni prima che arrivi la convocazione di Zelman, durante i quali il nostro umore si solleva un po’ alla speranza che su Selunnara la maledizione non sia efficace. In teoria, se non funzionava a Mezro… Certo non è che uno “prova” a cuor leggero per ritrovarsi magari Drev con un’altra decina d’anni addosso… Sono sconsolata e depressa.
  Lorcan ci attende all’ingresso del palazzo, tutto allegro: “Ehilà ragazzi! Cavolo Jamila, sei sempre più bella! Tu mago invece sei sciupatello… Ma che combini?” Drev gli fa cenno con la mano di proseguire: “Muoviti, poi ti spiego”. Saliamo da soli, senza che il jordain ci accompagni: il capo ci attende nel solito studio, ci fa accomodare e ci chiede com’è andata, se abbiamo trovato quello che cercavamo. Con grande disappunto di Malik, il leopardo oggi non c’è. Gli riassumiamo brevemente il viaggio, facendogli presente che siamo incappati in un piccolo incidente con Shar. Lui dice di sapere del nostro “problema”, ieri ha parlato con l’alta chierica che lo ha messo al corrente. Lorcan trasecola: “Quale problema?” Di fronte alla spiegazione reagisce come di consueto con pacatezza e autocontrollo, ridendo come un pazzo piegato in due. Va be’, hai finito? Fosse capitato a te non credo lo troveresti così divertente!
  Aspettiamo pazientemente che riprenda un minimo di contegno, nell’attesa mi pare che manchi qualcosa… Uh! Il maliardo! Ci saluta sempre per primo, chissà dov’è.
  Quando possiamo continuare, Drev spiega che la novità più importante è che per accedere alla Tomba bisogna utilizzare un portale che necessita di una chiave. Si tratta di un pugnale che dev’essere costruito con materiali, misure e caratteristiche ben precise. Il capo è molto interessato, si fa spiegare la cosa nei dettagli; il mago gli racconta quel che vuole sapere, assicurandogli che farà poi avere tutto scritto e ben ordinato, mappa compresa. Mentre Zelman si complimenta, Lorcan gli chiede di quel bell’anellino vistoso che sfoggia al dito. Anellino… viste le dimensioni… Lui sogghigna: “Bello eh? Non sai quanto mi è utile!” Sto ancora fissando la filigrana d’argento quando Drev chiede al capo dove sia il suo famiglio. Ha una strana foggia…
  La paura esplode improvvisa sotto pelle quando sento il mago recitare la formula della telecinesi.
  Blocca Zelman sulla sedia urlando a Lorcan di ucciderlo, io balzo in piedi sulla difensiva. –“Che succede…” –“Ti pare normale che debba pensarci su per sapere dov’è il suo famiglio?” Lorcan, armi in pugno, è perplesso quanto me, il capo è impallidito: “Ma siete impazziti?” Gli tocco un braccio cercando di leggerne le emozioni, ma è clamorosamente muto. Com’è possibile? Drev insiste nel dire che quello che abbiamo di fronte non è Zelman, per sicurezza gli scarico addosso un 'tocco d’idiozia'. Lui mi fulmina con uno sguardo colmo d’ira: “Adesso state esagerando! Ragazzi, vedete di smetterla subito, capisco che la tensione possa giocarvi brutti scherzi ma se non mi liberate immediatamente sarò costretto a far intervenire il golem!” Puoi capire, con quello che c’è in ballo, che nel dubbio prendiamo le nostre precauzioni... Io sono titubante, anche Lorcan.
  –“Drevlin, sei sicuro?”. Non è più tanto certo, ci scambiamo un’occhiata dubbiosa. Il capo ci intima perentoriamente di lasciarlo, il mago allenta la presa dell’incantesimo. Zelman si alza e si ricompone: “Ecco, bravi”, ma attiva un anello e subito dopo si gira verso di me lanciandomi un incantesimo. O Ca**o! Drevlin ha riconosciuto la formula, urla il mio nome allarmato sui tonfi sordi dei passi del golem. Dal dito proteso dell’uomo si creano delle fanciulle oscure che mi avvolgono e spariscono.
 THEBALDOL!


domenica 21 agosto 2011

74b MALEDETTA DA SHAR

  Il giorno dopo torniamo ad Halarahh con un teletrasporto. Dalla piazza ci rechiamo subito al palazzo di Zelman, ma non c’è il solito jordain ad attenderci e della porta d’ingresso neanche l’ombra. O caspita, ero convintissima che il capo ci avrebbe ricevuti immediatamente, invece si nega! Si vede che è impegnato in questioni “di stato”. Lorcan si scoccia: “Uno si fa un mazzo così e lui neanche ci dà la precedenza… Va be’, visto che non dobbiamo fare rapporto, me ne vado da mia moglie. Avvisatemi quando saremo convocati.”
  Io e Drev andiamo alla torre, i miei sono a Landis e probabilmente Yerodin sarà fuori fino a sera. Il mago si occupa del suo giardino, nutre le piante uscendone incolume, facciamo conversazione con la lucertolina che abita nella serra, aggiorniamo il libro sull’Hulu-Talong e sistemiamo un po’ la casa. Zelman non si fa sentire, dobbiamo trovare un modo per ingannare il tempo… il mago si avvicina con uno sguardo tentatore e il sorriso birichino… Quando lo bacio il suo fastidio e il suo dolore mi investono con una violenza tale che lo spingo via. Lo guardo attonita, lui ha gli occhi sbarrati, gli manca il fiato, barcolla portandosi una mano al petto. Drev, che succede! Cerco di aiutarlo, lui continua a fissarmi incredulo… è diverso… è… è… invecchiato! Di nuovo quella stilettata gelida nella mia mente… Che tu sia maledetta! e la risatina sarcastica di Shar. Poverina, non mi avevi presa sul serio? Divertiti ora… No, non è possibile! Ma…
  –“Jamila, cosa…”  –“È una maledizione di Shar, la vendetta per l’uccisione dell’Hulu-Talong, e per tutto il resto…” Mi copro il volto con le mani. Non ci credo. Mi ritraggo dal suo contatto, ho paura di fargli ancora del male. Lui cerca di rassicurarmi: “Non esageriamo, siamo venuti fin qui a braccetto e oggi avremo avuto almeno 200 contatti fisici innocenti e senza conseguenze”. Ha ragione… Anzi, non capisco: a Mezro non è successo niente, e non ci siamo limitati a un bacio… Già, ma Mezro è preclusa all’influenza di Shar. Mi lascio cadere sulla sedia, sconsolata. E se avessi baciato mia madre, o il piccolo Edein! Non oso pensarci! Gli accarezzo una guancia: “Credi che l’alta sacerdotessa di Mystra potrà restituirti la tua età?” –“Non lo so, dobbiamo provare. Magari può contrastare la maledizione, anche se…” Anche se è ben difficile opporsi all’operato diretto di una divinità. Sono fregata. È Drev a interrompere i lunghi minuti di silenzio che seguono: “Beh, come trentenne non sono affascinante?” –“Sì, lo sei, pure troppo! Levati prima che mi venga la tentazione di baciarti di nuovo…”

  Purtroppo al tempio confermano i nostri timori. Non possono nulla né contro la maledizione né contro l’invecchiamento del mago. Fantastico. E adesso? Qualche anno della sua vita andato irrimediabilmente in fumo e un avvenire fatto di sguardi languidi e docce fredde… Mi sembra tutto così assurdo!
...
 Invece nell’ottica di Shar è estremamente coerente: precludere la possibilità di amare fino in fondo… Ci sta provando in tutti i modi, vorrei tanto non ci riuscisse.
  Come si può pensare al futuro…
 Rientriamo mogi alla torre, senza parlare. Forse è il caso che me ne torni a casa mia, almeno evitiamo tentazioni. Drev non è d’accordo: “Così rischia la tua famiglia, oppure preferisci spiegare loro nei dettagli perché li tieni a distanza? Dammi retta, la cosa migliore è che tu resti qui”. Sì, mi sa che hai ragione.
  -“Drev, pensi che dovremmo aggiungere anche il “rischio maledizione personalizzata” alle annotazioni sull’Hulu-Talong?

mercoledì 17 agosto 2011

74a PENSIERI AL FUTURO

  In questi due giorni Drev si è un po’ rasserenato. Abbiamo cercato di porre le premesse per eventuali contatti tra Halruaa e Mezro che non si limitino ad accordi commerciali. Non che la preoccupazione se ne sia andata, ma almeno non è più il pensiero dominante. Ad analizzare bene la situazione Sottosuolo non si può non preoccuparsi; ci vorrà tempo, dovremo migliorarci e non essere avventati, potremo contare su Zelman... Anch’io ho paura; per te, per tutte le persone che loro malgrado vengono coinvolte nella mia vicenda, per quello che c’è in gioco…
  Lui sta leggendo, assorto e concentrato. Non mi dici niente, non hai mai fatto pressioni, però mi accorgo che ogni tanto vorresti di più, che ti piacerebbe fare progetti per noi, immaginare il nostro futuro… E io non ho voluto nemmeno ufficializzare la nostra relazione. È solo che proprio non riesco a vedermi nel futuro, credo che non ci riuscirò finché avrò questo peso sulle spalle. Perché potremmo non avere un futuro, e allora mi godo il presente, giorno per giorno, con te.
  O forse è proprio una struttura mentale: tu fin da bambino sapevi che saresti diventato un mago, un Anziano, una persona che avrebbe collaborato per il benessere di Halruaa. Tu vivi proiettato in avanti, da sempre. Una rotellina nell’ingranaggio. Io non ho mai avuto aspettative, forse perché usavo una magia che era rifiutata, perché dovevo sempre nascondermi, perché non c’era un posto per me in quella società. O almeno, non uno che mi piacesse davvero; che scelte avevo? E così inconsciamente aspettavo, un giorno dopo l’altro, che qualcosa accadesse, che qualcosa cambiasse… senza costruire nulla, troppo occupata a vivere l’attimo, denso delle emozioni delle persone che mi circondavano; troppo impegnata nella fatica di gestire tutta quell’esperienza che non era mia, tutte quelle immagini in bilico tra passato e futuro… senza sapere bene dove collocarmi…
  Ti sono grata per aver accettato di accontentarti dell’“adesso”, per non avermi mai costretta ad affrontare l’argomento “dopo”. Non voglio un fidanzamento pubblico perché non voglio gente che si senta in dovere di impicciarsi dei fatti nostri. Credo sia il mio modo, magari infantile, di proteggerci, perché in fondo ho solo paura di perderti.
 Mi sa che mia mamma sospetta qualcosa…
 
 Finisce di leggere, si rivolge a me ancora tutto preso dal libro: “Beh, sono delle teorie interessanti, sai? Eh? … Che ho fatto?” 
-“Niente, pensavo. Piuttosto, mago, vieni qui e spiegami bene come funziona la telecinesi…”


sabato 13 agosto 2011

73 LONTANO DAGLI OCCHI


  Mi hai tagliato fuori un’altra volta. È quasi una settimana che sei a Mezro, con lui. Che si goda pure questi giorni, perché saranno gli ultimi… No, vorrei che non si godesse nemmeno questi, ha già avuto fin troppo. Se lui fosse solo un tuo “divertimento”, non mi darebbe così fastidio. Invece mi accorgo di come sia il primo dei tuoi pensieri, di come gli sorridi, di come lasci che occupi tutto il tuo orizzonte, quando potresti guardare oltre… Tu vali molto di più.


Non so cosa darei per poterti sfiorare…

Ora almeno non potrà farlo più nemmeno lui.


mercoledì 10 agosto 2011

72b IL RACCONTO DI TALASSAR

  Il giorno dopo Talassar è in grado di riceverci e di parlare con noi. Tamil, felice, non si allontana un attimo da lui. Ecco, sono contenta anche per il fatto che si siano ritrovati. L’ho percepito il rimpianto di lei per non aver avuto il coraggio di parlare allora, quando il dolore del ranger era ancora troppo fresco…
  Spieghiamo al mezzelfo cosa vorremmo sapere da lui. Per un attimo ho paura che non voglia risponderci, che riportare a galla certi ricordi gli costi troppo… Invece parla, senza nemmeno tanta esitazione. La mappa che indica l’ubicazione della Tomba degli scavatombe è tatuata sulla sua schiena, viene “tramandata” dalla sua famiglia di generazione in generazione. Il che potrebbe voler dire che ormai non è più così precisa… È seguendo quella che lui e la sua compagnia si sono inoltrati nel Sottosuolo, spinti dalla brama di ricchezza e di gloria. Ricorda quell’avventura con amarezza, ma la sua voce senza incrinature lascia trapelare che ormai ha maturato un certo distacco da quegli eventi. Racconta che hanno tentato l’impresa assolutamente impreparati e che il prezzo che ha dovuto pagare è stato altissimo: ha perso tutti i suoi amici e la donna che amava, la maga del gruppo. Durante lo scontro col drago d’ombra, per salvarli lei ha tentato di teletrasportarli via, ma l’incantesimo non ha funzionato come avrebbe dovuto e l’unico che ne è uscito incolume è stato lui. È come se stesse prendendo le distanze dall’uomo che era, perché ora è consapevole che nessuna ricchezza valeva la vita di uno solo dei suoi compagni. Però ha saputo superare il trauma, ha saputo costruire su quella tragedia l’uomo che ho qui di fronte, che ha portato alla “rinascita” di Mezro. Ci vuole una grande forza d’animo per riuscirci e per questo merita rispetto.
  Ci dice anche che per accedere alla Tomba è necessario usare un portale di cui bisogna avere la chiave. Lui non ne ha una con sé, ma ci descrive l’oggetto nei dettagli e ci spiega come dev’essere costruito. Poi ci fissa serio, la sua espressione sottintende che così come ci vede, non ce la faremo mai a raggiungere il nostro obbiettivo. E ti pareva… Non ci chiede perché vogliamo tentare, né ci dissuade, semplicemente ci avverte che nel Sottosuolo, per chi non è abituato a viverci, è durissima. Senza una guida non abbiamo speranze, non saremmo in grado di vedere pericoli che invece dovrebbero essere ovvi; anche solo adattarsi al buio, al terreno, è difficile. Sarà necessario travestirsi da Drow o simili altrimenti non ci lasceranno passare, e poi la magia funziona in maniera diversa rispetto al solito: in alcuni luoghi viene distorta, ha effetti imprevisti, e una volta che si è raggiunta la meta non è detto che si possa tornare usando un teletrasporto. Tu l’hai scoperto sulla tua pelle, purtroppo.
  Ci consiglia di studiare e di informarci il più possibile, di prepararci meticolosamente, senza tralasciare nulla; e se vorremo ancora tentare, ci augura buona fortuna.
  Più il mezz’elfo parla e più la faccia di Drev si fa lunga. Il mio moderato ottimismo di ieri viene spazzato via come una nuvoletta dalla tramontana. 
  A sera il mago è ancora rabbuiato. Se ne sta buttato sul letto con gli occhi al soffitto, tutto perso dietro alle sue elucubrazioni. Vediamo se indovino: è troppo pericoloso, come faremo a proteggerla là sotto con le Tenebre che vanno e vengono a loro piacimento, non avremo nemmeno la sicurezza della magia…
  -“E dai, Drev. Abbiamo tutto il tempo di pensarci. Per adesso prendiamoci un paio di giorni di sacrosanta pausa e poi, tornati a casa, ne parleremo con Zelman.”
  Lo vedi? Alla fine ti sciogli sempre.

venerdì 5 agosto 2011

72a DROGATI E MANGIATI

  Il comitato d’accoglienza è schierato al gran completo: la naga accecata in linea retta col portale, affiancata da altre quattro. Siamo bersagliati da fulmini e raffiche di dardi. I primi li evito, i secondi sterminano le mie immagini speculari. Tamil è una scheggia e si fionda sulla naga con cui abbiamo già combattuto, che sembra essere la capa del gruppo. Io provvedo ad accecarne un seconda e Drev ad arrostirne una terza. Lorcan, vedendo che siamo in vantaggio, si rende invisibile e si defila a cercare Talassar. In effetti le nostre avversarie non riescono ad opporre una grande resistenza e cedono sotto i colpi di Tamil e sotto i nostri incantesimi. Mentre stiamo sistemando le ultime due, il portale dietro di noi vibra: gli umanoidi deformi del salone stanno venendo ad aiutare le loro padrone, ma vengono bloccati e imprigionati dai tentacoli neri che Drev aveva preventivamente lanciato a protezione del portale. Non hanno scampo. Tamil è già andata avanti a cercare Talassar, noi aggiriamo il costone di roccia dietro cui abbiamo combattuto e la raggiungiamo. Ci troviamo davanti i resti ben conservati di un edificio di notevoli dimensioni, diverse stanze sono già state riportate alla luce anche se sono ancora ingombre di detriti. Le prime, tutte affiancate tra di loro e unite da un porticato, sono “vuote”. Poi dietro l’angolo troviamo una specie di stanza frigorifera con i resti di alcuni corpi che sembrano proprio essere stati usati come spuntino. Lo stomaco mi si chiude, ricaccio indietro a stento la nausea e il disgusto. Ricompare Lorcan vicino a noi: dice che più avanti ha sentito dei rumori, c’è sicuramente qualcuno. Procediamo con cautela passando di fronte ad altre camere scavate dai detriti, in sottofondo si sentono dei colpi secchi di piccone. Nella stanza successiva ci sono sei ragazzi locali allo stremo delle forze accasciati in maniera quasi innaturale su due panche. Uno di loro è quello che avevamo cercato di rintracciare. Lo curiamo per riportarlo alla coscienza, lui parla in maniera sconnessa, farfuglia che li tengono a lavorare come schiavi, che li drogano per non fare sentire la fatica. E loro ubbidiscono perché se no non passano la dose… Li drogano per renderli incapaci di reagire, scelgono ragazzi robusti e resistenti, li massacrano di lavoro e quando non ce la fanno più li uccidono e se li mangiano! Proprio delle brave personcine! Mi cade l’occhio sulla ciotola contente resti non ben identificati che dovrebbero essere il pasto degli schiavi. Che bastardi…
  Drev evoca un disco levitante per caricare i ragazzi e portarceli dietro, con grande disappunto, seguito da plateali rimostranze, di Lorcan. Una trentina di metri più avanti, da dove arriva il rumore delle picconate, c’è l’altro turno di schiavi che sta lavorando, tra cui il nostro mezzelfo dai capelli rossi. Tamil corre da lui e lo abbraccia, con le lacrime agli occhi nel vederlo così emaciato e prostrato. Lui forse non riesce neanche a riconoscerla… Ci vogliono diverse pozioni perché riesca a rimettersi quel tanto che basta a recuperare un po’ di lucidità. Cerchiamo di spiegargli che siamo venuti per liberarlo, che ora li porteremo tutti fuori da questo posto. Già, ma cos’è questo posto? L’edificio che stanno scavando sembra un tomba, la tomba di un essere massiccio dall’aspetto da rettile e poco rassicurante, che Drev indica come un sarrukh. Emana un’aura sgradevole, indossa un’armatura metallica di ottima fattura e tiene le mani su una spada: dal perfetto stato di conservazione indubbiamente sono magiche. Il corpo dev’essere protetto da un riposo inviolato, gli diamo fuoco e prendiamo lo spadone per portarlo ai chierici di Ubtao. Il problema è riuscire ad andarcene tutti quanti senza dover tornare nel magazzino. Lorcan dice che è un rischio usare i teletrasporti per così tante persone e che la nostra missione ha la precedenza sul resto, per cui qualcuno dovrà restare qui ad aspettare “rinforzi”. Io e Drev non vorremmo abbandonare nessuno, la discussione si protrae e si scalda, finché il bardo si arrende. Un teletrasporto clericale per lui: deve portare con sé altre quattro persone. Lo so, non è così semplice… -“Se sbaglio siamo fottuti e sarà solo COLPA VOSTRA!” Si aiuta preventivamente con un incantesimo e lo vediamo sparire insieme al suo gruppetto. Poi è il turno di Drev, che si porta via anche Talassar e Tamil, infine il mio. Ci troviamo tutti sani e salvi al tempio di Ubtao, dove i feriti vengono accuditi e curati e dove l’arma del sarrukh viene presa in consegna. Lorcan mugugna: “Dovevamo per forza darla a loro? Lo sapete quanto ci poteva fruttare un oggetto del genere?” Il mago lo guarda di traverso con un sospiro di sopportazione, senza rispondergli. I chierici di Ubtao ci ringraziano di cuore, si attiveranno immediatamente presso gli Eletti per neutralizzare gli schiavisti.
  Finalmente mi rilasso: siamo tutti interi, siamo arrivati in tempo per salvare il mezzelfo e abbiamo scoperto il covo degli uomini serpente; ottimo! E non ho più avuto crisi d’astinenza.
  Ci godiamo una serata e una nottata di meritato riposo. Niente incubi manipolati da Shar, nessuna presenza opprimente, solo un bel sonno pulito e profondo.

martedì 2 agosto 2011

71b LA NAGA

  Se tu fossi stata zitta probabilmente non sarei riuscita ad evitarlo. La creatura ora è visibile; non ne ho mai incontrata una prima d’ora, ma so che si tratta di una naga. Il suo corpo da donna si muove sinuoso sulla coda di serpente che sostituisce le gambe, cosa che rende i suoi movimenti imprevedibili e ci disorienta un po’ quando dobbiamo colpire.
  Prima di avere il tempo di riorganizzarci, lei lancia una nube velenosa che risale lentamente il passaggio verso di noi che ci stiamo sparpagliando. Il combattimento è confuso, la colonna dietro cui mi riparo per evitare alcuni incantesimi mi toglie parte della visuale. Quello che è certo è che la stronza usa le “confusioni”, che Lorcan sta già vagolando in giro farfugliando cose incomprensibili – tra poco ti farò compagnia… – e che tutti quanti manchiamo spesso e volentieri il bersaglio. Esco allo scoperto per lanciare un incantesimo ma la naga sta già recitando un’altra confusione. No no no... Aiuto! Devo scappare! Dove, DOVE! Cerco di trovare una via di scampo ma non c’è, invece c’è gente cattiva, che vuole farmi del male! Sento una vocina nella mia testa che cerca di riportare l’ordine, ma è confusa, distorta…
  L’effetto dell’incantesimo dura un po’, quando mi riprendo vedo ancora Drev e la naga impegnati nello scontro. A questo punto, non resta che provare con l’unico incantesimo che non mi tradisce mai: la “cecità”! La naga impreca in maniera incomprensibile (Ce l’ho fatta!), ma trovandosi a poca distanza dal portale, le basta muoversi in linea retta per scappare attraverso di esso. Puf! Maledizione, ci è scappata! E adesso? E adesso dobbiamo cercare di passare dall’altra parte, dove ci sarà un bel comitato di benvenuto ad aspettarci. Ma il portale sembra chiuso… Proviamo a passare: veniamo respinti e una dozzina di serpenti velenosi si avventa su di noi. Ce ne liberiamo, ma è evidente che serve una chiave d’accesso. Quale? Come scoprirlo? Sul portale non ci sono segni o incisioni particolari. Sarà una parola? O un oggetto? L’unica cosa da fare è tentare con le mie percezioni. Funzionano, vedo parecchie scene, non tutte in maniera distinta, di gente che passa attraverso. Alcuni sono angosciati, altri trascinano gente incosciente… prima di scoprire quello che ci interessa mi ci vuole tempo. Alla fine capisco: serve il pungiglione di uno scorpione. Lorcan nel frattempo si è dedicato ad un’attenta perlustrazione delle stanze che prima avevamo esplorato sommariamente, recuperando qualche oggetto di valore; ci mettiamo tutti alla ricerca della chiave, ma perdiamo altro tempo prezioso, troppo, prima di riuscire a trovare l’animaletto che faccia al caso nostro. Almeno la naga faticherà a liberarsi dalla cecità se non ha un chierico sotto mano! Lei non usa la trama d’ombra. È sicuro che di là sono pronti ad accoglierci, ma non possiamo tornare indietro. Ci proteggiamo con tutti gli incantesimi che possiamo e passiamo.