venerdì 30 ottobre 2009

15 FINALMENTE LIBERA

Gdraddict: "Fermate il fermaglio"
Pare che la Cabala sappia dove sono custodite altre ossa del santo, così su indicazione di Meriad si prepara una missione per cercare di recuperare almeno quelle. Certo che se ancora una volta i monaci neri ci precederanno di poco, vuol dire che all’interno dell’organizzazione c’è una talpa!
Ci vuole una settimana per organizzare la spedizione, una settimana in cui il fermaglio continua nelle sue torture estenuanti. Adesso le visioni riguardano anche i miei genitori: mia madre che smette di mangiare e deperisce, preoccupata per me e Yerodin; gli affari di mio padre che cominciano ad andare male, la malattia di mio fratello che procede inesorabile… “puoi far smettere tutto questo quando vuoi, dipende solo da te. Sei tu che rovini le loro vite…” Non ce la faccio più a sopportare questo strazio! Me ne sto quasi sempre in camera, con Lee che passa con me più tempo possibile, notti comprese; cosa che, viste anche le mie grida notturne, fa nascere pettegolezzi imbarazzanti tra i cabalisti.
Finalmente si parte, destinazione: pieno deserto, a dorso di cammello. Ci viene affidata come guida (e controllore) un genasi del fuoco, Kron, apprezzato come elemento neutrale e affidabile all’interno della Cabala. Sembra essere un buon guerriero, cosa che certo aiuta. Tutto sommato è un tipo affabile, anche se un po’ rude, ma francamente l’ultima cosa di cui ho voglia è fare conversazione. Drevlin continua a guardarmi come se fossi io l’appestata, anche se ora ha le sue belle preoccupazioni a ripulire accuratamente il cammello e a mantenersi fresco e pulito. Se ti vedesse GP… Verso sera arriviamo in prossimità di un pozzo circondato da palme, dove dovremmo accamparci. Nella sabbia però si annida uno strano essere dall’aspetto orribile, con un sacco di occhi e bocche, dalla forma indefinibile in continua trasformazione. Fortunatamente usciamo indenni dallo scontro, anche se Kron e Lee si inabissano parzialmente nelle sabbie mobili che costituivano la tana del mostro. La notte non riserva sorprese, e in tarda mattinata arriviamo a destinazione. Appena ci avviciniamo alle mura di cinta della costruzione, il fermaglio sembra allertarsi. Che fa?
Gli altri smontano dai cammelli e Drevlin, senza dire nulla, lancia un “luci danzanti” e si avvicina all’edificio. La vocina suadente si fa perentoria. “scappa! Non ti permetterò di entrare lì dentro!” Grido che non posso entrare, che non me lo permetterà… Kron si altera, pensandomi una donnetta isterica; mi tira giù di peso dall’animale e imprecando mi carica in spalla. NO, di nuovo quella pressione… Urlo al genasi di mettermi giù, anche Lee interviene per convincerlo, ma l’artefatto riesce a dominarmi un’altra volta. Mi costringe a tentare la fuga su un cammello, ma Kron è sufficientemente rapido e riesce a bloccarmi. Lee cerca di spiegargli che non sono in me, mentre io tento di divincolarmi con tutte le mie forze…“Ora la scelta sta a te: o continuerò io a usare il tuo corpo, il che vuol dire che il genasi morirà e che poi mi vendicherò anche sulla tua famiglia, oppure tu dominerai il genasi e ti farai aiutare a fuggire. Hai qualche giorno prima che il veleno faccia effetto, quindi hai tutto il tempo di tornare a Calimport e procurarti l’antidoto. Lui sarà salvo, e i tuoi non soffriranno. Pensaci bene, perché non ti lascerò entrare viva lì dentro”. Non voglio uccidere di nuovo, potrei veramente salvarlo con l’antidoto, almeno gli risparmierei la vita. Non è giusto che muoia così… Però la vocina mi ha già ingannata troppe volte, troverebbe il modo per lasciarlo morire comunque… Non posso più ascoltarla, non devo assecondarla.
Perdo il controllo della situazione, ma Kron mi tiene stretta finché Lee non mi fa svenire.
Quando mi riprendo, sono in una stanza in mezzo alla quale c’è una fonte di acqua zampillante.
Gli altri sono lì intorno, ma la cosa strana… è… la chiarezza dei miei pensieri. Sì, niente confusione, pressioni, la mente è sgombra. Alzo una mano per controllare… il fermaglio non c’è più, NON C’È PIÙ! Non ci posso credere, non c’è più! Finalmente sono libera, di nuovo padrona di me stessa. Allora siamo venuti qui per questo! Drevlin si tiene sulla soglia della stanza senza entrare, quando esco capisco che lì dentro c’è un forte campo di antimagia. Ecco come si sono liberati del fermaglio. Di slancio abbraccio il mago e il monaco e li ringrazio. Non mi interessa nemmeno dove abbiano messo l’artefatto. Assicuratisi che sto bene e non ho subito strani contraccolpi, dicono che dei predoni (che hanno già legato e chiuso in una stanzetta) hanno raccontato che questa struttura è stata costruita molti anni fa per vendicarsi di un mago, che ci è stato rinchiuso vivo e poi lasciato morire. Supponiamo che il luogo adatto sia la stanza di antimagia, così iniziamo a cercare una porta nascosta o simili. La trovo abbastanza in fretta, smonto la trappolona meccanica in un baleno con gesti precisi e apro il passaggio. In una stanzetta c’è il corpo ormai quasi mummificato di un mago. Alcuni degli oggetti che indossa, a giudicare dal loro buono stato di conservazione, devono essere magici. Decidiamo che è il caso di dare sepoltura al corpo, anche se i bracciali del defunto non lasciano pensare che fosse uno stinco di santo…

mercoledì 28 ottobre 2009

CONGIURA

Questa sera, non si sa come nè perché, il mio pc si è finalmente collegato a internet. O gaudio! No,
così sarebbe troppo semplice: ha deciso che è impossibile postare i resoconti.
Mi sto un filino alterando...

mercoledì 14 ottobre 2009

14 SCHIAVA

Gdraddict: "Letture e torture"
Ci accampiamo qui, manderemo Ed-widge (è maschio!) ad avvisare la nave di venire a recuperarci da questa parte dell’isola. Drevlin mi guarda preoccupato, sempre con quella leggera ombra di disgusto che evidentemente gli provoco da quando sa della Trama dell’Ombra. Lee cerca di rincuorarmi come può, ma a me sembra di impazzire; mi dico che forse possiamo avvertire Yerodin in tempo, metterlo al sicuro sotto la protezione di qualche alto chierico… Gli altri due parlottano tra loro, poi vedo Drevlin avvicinarsi al prigioniero e togliergli il bavaglio. Vuole interrogarlo… Lee si mette di fianco a me per controllarmi. Il mago lancia un incantesimo, è una "lettura del pensiero". Buona idea… ma… qualcosa preme nella mia testa. – “Uccidilo!” No! Vedo Yerodin fissarsi perplesso le mani, con un bicchiere rotto per terra. È come se avesse perso la sensibilità, come se le mani non rispondessero più come dovrebbero. Non capisco bene cosa succede… sento distintamente solo la voce di Drevlin che grida “Stendila!”.
Quando mi riprendo sono legata e senza armi. Lee si scusa e si sincera delle mie condizioni. Assicuratisi che sono tornata in me, dopo un po’ mi slegano. Per fortuna, perché un altro dinosauro fa irruzione sulla spiaggia intenzionato a cenare con noi. Mi preparo anch’io per affrontarlo, ma di nuovo l’artefatto mi domina e mentre loro combattono col bestione, mi vedo trafiggere il monaco nero. No, non voglio ucciderlo! Il colpo devia leggermente e non lo finisce, ma gli altri non possono intervenire e il colpo successivo è letale. “E' inutile! Guarda cosa stai facendo al tuo amato fratello!” Yerodin sta inseguendo un ladruncolo, quando si ferma e si guarda un piede, segnato da un taglio profondo. Sembra preoccupato.
- “Jamila!” La voce di Lee mi riporta alla realtà. Getto la spada, schifata. Ho ucciso per te, di nuovo…
I giorni successivi sono una tortura. Vaglio le possibili soluzioni, compreso il suicidio, ma la vocina suadente mi avverte che è inutile perché se ci provo si vendicherà su tutta la mia famiglia. Non vuole perdere il suo strumento perfetto… Drevlin è taciturno, Lee mi sta appiccicato tutto il tempo per precauzione e so che mi sente piangere la notte, quando il fermaglio si impadronisce dei miei sogni. Non che di giorno sia molto meglio. Ogni volta che mi lascio prendere dallo sconforto, il monaco vorrebbe consolarmi dicendo di non cedere ai ricatti di Shar, che troveremo una soluzione, che probabilmente ciò che sta accadendo a mio fratello non è reale e che lui pregherà Ilmater perché lo protegga. E ogni volta che lui mi dice queste cose, il fermaglio mi manda una nuova immagine di Yerodin… Lui che si presenta al tempio e il chierico non è in grado di curarlo, la sua malattia che progredisce e non lascia dubbi sulla diagnosi: lebbra. La lebbra! Che infame! Lui che lascia il lavoro, mia madre disperata che lo supplica di non andarsene, almeno di spiegarle cosa succede e lui che la allontana in malo modo perché non vuole che lo tocchi… Poi lo vedo vagare da solo, puntarsi una lama alla gola e alla fine rinunciare perché non vuole dare un dolore simile a noi… È insopportabile!
Il viaggio di ritorno verso la Cabala sembra eterno. Drevlin resta quasi sempre solo, sa che dovranno trovare una soluzione a mia insaputa, per evitare di essere intralciati dal fermaglio.
Poi quando arriviamo c’è Fiann… Per fortuna è il mago che si offre di parlare con lei. Io vado a trovarla più tardi, mentre i miei compagni sono a colloquio con la chierica di Selune. Si vede che ha pianto, ma io non trovo parole di conforto, sto peggio di lei.
Grazie al falcetto del monaco nero, vedo una specie di caserma in mezzo al deserto dove dei ragazzi vengono reclutati, addestrati ed equipaggiati. Quando glielo dico, il mago non commenta, mi dice però che se voglio può mandare una missiva in cui chiede di informarsi e di proteggere Yerodin. Però vorranno sapere perché e bisogna preparare una scusa plausibile.

domenica 11 ottobre 2009

13 INFERNO TROPICALE

Gdraddict: "Inferno tropicale"
La donna mi fissa un attimo in silenzio, poi mi avverte: “Pensaci bene. Ti ricordo che hai già usato tre volte l’artefatto, non pensare di poterlo fare di nuovo impunemente.”
Colgo l’occasione: “Non mi interessa usarlo ancora, riprenditelo…”
Ma mentre pronuncio le ultime parole, mi ritrovo sveglia, seduta sul letto. Accidenti!
Mi vesto continuando a pensare al sogno e a come liberarmi dall’oggetto. I tre giorni che mancano alla partenza per la misteriosa isola tropicale scorrono monotoni. Ironia della sorte, il membro della Cabala destinato ad accompagnarci è proprio il tizio dai capelli grigi, che si chiama Naj’ihm. L’antipatia è reciproca, ma la navigazione procede senza inconvenienti e tra 3 giorni verremo recuperati nello stesso posto dove sbarchiamo. Sabbia, intrico di alberi, versi di uccelli e animali ovunque. Decidiamo di cercare un ruscello, immaginando che l’esule si sia stabilito vicino ad una fonte d’acqua. Trovatolo, ci addentriamo nella giungla seguendolo. Per capire dove ci troviamo, Naj’ihm si arrampica con innaturale agilità su di un alto albero, provocando la reazione di GP che per non essere da meno tenta la stessa cosa usando la levitazione, con l’unico risultato di restare incastrato tra le liane. Naj’ihm dice di aver intravisto una figura umanoide attraversare una radura: forse non siamo soli, potrebbero esserci degli emissari di Shar. I nostri discorsi vengono bruscamente interrotti da tre dinosauri di media taglia che ci attaccano. Ci impegnano un po’, ma alla fine abbiamo la meglio. Almeno uno dei miei dardi è andato a segno! I tre stavano banchettando poco più in là con la carcassa di un dinosauro molto più grosso. Difficile che lo abbiano ucciso loro: esaminando il cadavere, Naj’ihm trova uno shuriken. Cavolo, non siamo soli! Ripercorriamo a ritroso le tracce del bestione, risaliamo una collina mentre il tempo peggiora e comincia a piovere. Arriviamo all’entrata di una grotta, al cui ingresso c’è una pietra a forma di piccolo altare che è stata divelta e rovesciata, con un simbolo di Ilmater sfregiato. Mi sa che sono arrivati prima gli altri. La pioggia è incessante e prima di ripararci nella grotta uso le mie percezioni sull’altare e il simbolo… tre figure completamente ammantate di nero che si muovono leggere e sinuose devastano l’altare e scendono nella grotta. Provengono dalla parte opposta rispetto alla nostra e lasciano vedere solo i loro occhi.
Ecco, lo sapevo! Mai una volta che le cose vadano per il verso giusto!
Nella grotta troviamo solo le ossa del cadavere dell’eremita e pochi arredi sfasciati, da cui recuperiamo una pagina di diario del vecchio. Spiega che il monaco si è auto-esiliato sull’isola per aver rivelato a uno straniero (poi rivelatosi male intenzionato), per puro sfoggio di erudizione, la storia del portale, parola di apertura compresa. Quindi è scappato qui all’insaputa di tutti per mettere in salvo le costole del santo. Mentre ci rifocilliamo, Drevlin manda Edwige in esplorazione: l’accampamento dei monaci oscuri non è molto lontano, però il pappagallo viene scoperto, così anche loro sanno della nostra presenza. Non possiamo lasciarli scappare con la reliquia, dobbiamo raggiungerli nottetempo.
Naj’ihm ci fa da guida e ci inoltriamo in quella che purtroppo si rivela una palude insidiosa. Avanziamo con difficoltà cercando di non affondare nella melma, quando sbuca un granchio colossale che attacca i primi due della fila. Naj’ihm tenta di difendersi, spalleggiato da GP, ma cade quasi subito. Con Drevlin, aggiro la zona di scontro per raggiungerlo, e Lee cerca di aiutare il genasi. Mentre allontaniamo il corpo del cabalista, il mostro assesta un improvviso fendente con le sue chele enormi… io e Drevlin fissiamo la scena con orrore, impotenti. GP si ripara con l’artiglio, ma non serve: la sua testa viene mozzata di netto e rotola sul terreno. Il rumore secco delle ossa che si spezzano mi strozza in gola l’urlo di avvertimento. Il granchione sta trascinando via il corpo del genasi, ma prima che Drevlin possa intervenire, di colpo, schifato, molla la presa… il corpo decapitato comincia a muoversi in maniera scoordinata… la maledizione dell’artiglio! Non riesco a staccare gli occhi da quella scena raccapricciante, con il non morto che a tentoni recupera la sua testa e il mostro che attacca Lee. Lascio il corpo ormai senza vita di Naj’ihm e con Drevlin cerco di aiutare il monaco con la magia, ma la bestia riesce ad afferrarlo. No, no, no, no... Il mago ricorre alla sua bacchetta e con un paio di fulmini finalmente il granchio crolla al suolo, liberando il monaco.
Lo aiuto a curarsi, mentre Drevlin prende il controllo dello zombie di GP tramite l’anello.
Scende un silenzio pesantissimo. La vista del corpo rianimato del genasi è intollerabile, è la certezza che quanto è successo non è un terribile incubo. E ancora peggio è la smorfia inespressiva del suo viso... lui che aveva sempre quel sorrisetto irridente, che canticchiava in continuazione… E adesso chi lo dice a Fiann?
Portandoci dietro i due cadaveri torniamo alla grotta, ma non è facile ritrovare un passaggio sicuro. Una volta lì, diamo sepoltura dignitosa ai caduti, deanimando il corpo di GP con l’acqua santa. La mia acqua santa... Siamo sfiniti, scossi. Dobbiamo riposare, se possiamo… Non riesco a togliermi dalla testa le immagini della notte. Sono morti. - “Lo vedi? Ti sarebbe bastato ricorrere al mio aiuto e quelli che consideri i tuoi amici sarebbero ancora vivi… loro che ti disprezzano… Non hai ancora capito di chi ti devi veramente fidare? ”
Ci godi a farmi sentire in colpa, vero?... Non avrei fatto in tempo, li ha uccisi al primo assalto…
In tarda mattinata decidiamo di provare comunque a raggiungere il monaci oscuri. Oltrepassiamo il loro campo ma quando arriviamo alla spiaggia, ormai la loro nave è già al largo. Hanno però lasciato indietro un volontario che si deve occupare di noi. Ci schernisce, ci chiede dove sono i nostri compagni. Questa notte avranno sentito le nostre urla...
- “Aiutalo, è uno di noi!”
Mi lancio un colpo accurato e prendo la mira mentre quello carica.
- “Non ti permetterò di fargli del male. Se ci provi, ne pagherai le conseguenze”
Rilascio la sicura della balestra, ma il mio braccio si alza di scatto contro la mia volontà e una scossa mi attraversa il corpo. Il dolore mi fa cadere carponi sulla sabbia.
- “ora basta! Vuoi sapere cosa accadrà se non collabori?”
Vedo immagini molto dettagliate di casa mia, dei miei e di Yerodin… Che bastarda!
- “Sì. Comincerò proprio da lui. Morirà, ma lentamente, tra atroci sofferenze che dureranno per molto tempo, e nessuno saprà curarlo. Morirà per colpa tua, senza nemmeno sapere perché… eppure ti basta così poco per evitarlo. Il mio adepto non deve parlare. Piuttosto uccidilo, sarà felice di sacrificare la sua vita per me.”
Quando riprendo il controllo, Drevlin e Lee hanno già legato il nemico, ormai inerme. Vorrebbero delle spiegazioni, ma io penso a Yerodin… però se cedo ora, lei continuerà a tenermi in scacco, sempre con la stessa minaccia. E otterrà cose sempre più orribili… Cercando di ricacciare indietro le lacrime, dico tutto agli altri, compreso che il fermaglio ha preso il controllo del mio corpo e che dovranno guardarsi da me. Ma Yerodin… devono aiutarmi, avvisarlo, metterlo in salvo!
I colori suggestivi del tramonto sul mare sono uno spettacolo meraviglioso e stridente.
Come ho potuto! Per una leggerezza, sto mettendo a rischio la vita di mio fratello, della mia famiglia…

mercoledì 7 ottobre 2009

12 L'INGANNO

Gdraddict: "Gentile sig. Zelman"
La seconda metà del post è in buona parte opera di Tenar

Di ritorno dal monastero, Lee dice di aver saputo che i monaci oscuri che cercano di riaprire il portale sono adepti di Shar, e che è stata proprio lei a creare la trama dell’ombra. Oooops… Quindi mi vieta di usare di nuovo il fermaglio, anche se le nostre vite sono in pericolo.
D’accordo. Però: era preferibile la morte di qualcuno (irreversibile), a un atto sicuramente malvagio (la dominazione), ma che è temporaneo e che non lascia danni permanenti? A me è parso il male minore…
Passiamo il pomeriggio a gironzolare per la città per vendere e comprare equipaggiamento, ma non siamo particolarmente fortunati. Non trovo nessun oggetto di protezione che faccia al caso mio.
Verso sera, arriva Fiann su una carrozza per scortarci fino alla sede della Cabala. Saluta molto affettuosamente GP e durante le 3 ore di viaggio ci spiega la struttura dell’organizzazione. Al vertice ci sono 5 genasi: Meriad (acqua), una chierica di Selune da poco nella Cabala, che vuole usare l’antico sapere per il bene della comunità. È quella che appoggia Fiann, ed è alleata anche con Arafan (aria), un guerriero dai modi spicci. A loro si oppongono la maga Sulizon (fuoco), legata all’efreeti di Pyros, e Caphel (terra), mistificatore arcano. Infine c’è l’anziano mago Tamil (aria), curatore della biblioteca e delle entrate della Cabala, interessato alla conoscenza e al sapere indipendentemente dai suoi utilizzi pratici.
La sede dell’organizzazione è su una scogliera a picco sul mare; ci scortano in una sala ad anfiteatro, guardando di sottecchi i due umani. Al centro ci sono i cinque reggenti, sugli spalti poco più di una ventina di persone, quasi tutti genasi. Prima dell’interrogatorio, la chierica lancia un incantesimo per individuare le menzogne. La formula mi fa venire la pelle d’oca. Drevlin mantiene la parola per poco: com’era prevedibile, GP prende il sopravvento e tiene banco, senza risparmiare pesanti provocazioni all’efreeti e alla maga. La genasi, una donna bella e di un certo fascino, in un moto d’ira sta per scagliare un incantesimo, ma viene fermata dal vecchio che riporta la calma. Quello che sconvolge veramente i cabalisti è sapere che il portale della cascata non porta sul piano elementale ma su quello del fato. Drevlin fornisce loro le prove che confermano le nostre rivelazioni e loro si ritirano per esaminarle. Dagli spalti commentano le nostre parole borbottando; teniamo a bada ad occhiatacce gli spocchiosi, un paio scendono a parlare con me (come mai giro con questi umani, ma perché non mi unisco a loro…) e uno strano tipo dalla pelle abbronzata, capelli e pizzetto grigi, orecchie leggermente a punta, si apparta a parlare con Fiann. Quando tornano, i 5 reggenti sentenziano che bisogna impedire agli adepti di Shar di recuperare le ossa de santo, per cui decidono di organizzare una spedizione su un’isola che nemmeno compare sulle carte per recuperare alcune costole del santo lì custodite. Insieme a noi verrà un membro della Cabala che non è ancora stato individuato. Spero sia Fiann, ma dato il suo incarico di guardia del corpo difficilmente la lasceranno partire. Peccato… Propongono anche a me e a GP di entrare nella Cabala, ma ci invitano a pensarci bene (l’organizzazione richiede fedeltà assoluta, il bene della Cabala viene prima di tutto) e ci lasciano del tempo per decidere. Non mi interessa, sono troppo inquadrati e la fazione fanatica è insopportabile.
In attesa di partire, alloggiamo qui e ci consentono di consultare la loro fornita biblioteca. Bene. Vediamo cosa trovo sul mio artefatto. Spulciando un po’ di libri, incappo nella descrizione di un oggetto simile al mio. Dunque: dominazione, si può usare una volta sola poi esaurisce il suo potenziale diventando un oggetto ornamentale… il mio è decisamente più potente. Sembra quasi la “matrice” da cui hanno creato gli altri… al termine della dominazione, agisce il veleno portando alla morte in un paio di giorni. Il mio cuore salta un battito. Forse ho letto male... No, ho letto bene. Che stronza! Mi ha spinto ad uccidere inconsapevolmente… Di colpo mi vengono in mente le parole di Drevlin sui nemici di Harbaldol. Perché non ci ho pensato prima! Pensavo che la “morte accidentale” fosse uno degli ALTRI “grandi poteri” promessi dalla vocina suadente. Come ho potuto! Mi ha ingannato, l’ha fatto apposta. Ma che stronza! Mi tremano le mani, fatico a recuperare un minimo di sangue freddo. Quelle parole continuano a rigirarmi nella testa.
Veleno. Morte. Sono un’assassina!
Devo liberarmi di questo stramaledetto affare! Cerco notizie sulla Trama d’ombra, ma non trovo molto più di ciò che già sapevo. Però si parla di un genasi della Cabala vissuto qualche tempo fa capace di usarla in maniera innata e accanito oppositore di Shar. Una mezza buona notizia. Ma non spiega come facesse, non parla della sua magia. Esco dalla biblioteca affranta e depressa. Quando raggiungo gli altri, capisco che anche loro sanno. Non c’è niente da dire. A parte qualche commento tagliente di GP, ovviamente. Me ne vado nella mia stanza, restando a fissare il soffitto. Il sonno si impadronisce dei miei pensieri lentamente, mentre valuto il tutto da una nuova prospettiva. Al senso di colpa si sostituisce l'irritazione.
Insomma, cos’ho fatto poi di così male? Salvarmi la vita? Questo lo avrebbero fatto tutti!
La tigre? Era un animale feroce addestrato a cibarsi di carne umana, se non l'avessi dominata l'avrebbe uccisa qualcun altro del gruppo, in fin dei conti le ho regalato un giorno in più di vita.
La guardia? Non era certo uno stinco di santo, sicuramente Calimport sta meglio senza di lei. Ha proprio un bel coraggio Drevlin a farmi la ramanzina, quando lui stesso l'avrebbe strozzata seduta stante. Questa non la si può descrivere un'azione malvagia.
E poi da che pulpito mi fanno la predica gli altri!
Il mago si dà un sacco di arie, ma se ne avesse avuto la possibilità avrebbe agito sicuramente come me. Senza contare che, in fondo in fondo, la colpa è dei maghi di Halruaa. Se non avessero così discriminato la stregoneria, io sarei andata a scuola come gli altri e non mi sarei cacciata in tutti questi guai!
Il monaco parla parla, ma quando si tratta di uccidere a sangue freddo non si tira certo indietro.
Su El Edein lasciamo perdere.
Forse sono solo invidiosi del fatto che un oggetto così potente sia capitato a me e non a loro. Di sicuro devo usarlo con prudenza, ora che ne conosco gli effetti collaterali, ma che differenza c'è tra comandare e poi avvelenare un tipo malvagio e ucciderlo semplicemente? È forse colpa mia se la natura non mi ha dato dei pugni micidiali come quelli del monaco?
La Cabala! Cospiratori che non sanno farsi gli affari loro. Quella tipa, la chierica, non mi sta per niente simpatica. Per non parlare del tizio con i capelli grigi, non posso fidarmi di lui, lo sento. È un mio nemico, il discendente di una razza di vili traditori. Speriamo che non sia lui che questi pazzi vogliono appiopparci come cane da guardia...
Alla fine, arriva il sogno.
Sto camminando nel buio, quando una voce femminile dolce e suadente inizia a parlarmi all'orecchio: "Ad Halruaa ti consideravano una perversione, i tuoi compagni ti temono e ti disprezzano, ma tu sei una creatura preziosa, Jamila figlia degli angeli.
Pochi sono coloro che possono accedere alla magia senza sottostare ai capricci di Mistra. Ora devi scegliere. Puoi imparare da sola ad utilizzare questo potere, a tentoni, consapevole che non arriverai mai a sfruttarlo appieno, oppure scegliere una guida. Chi teme l'oscurità è solo un bambino che ha paura del buio. Nella notte ci sono predatori, certo, ma anche splendidi fiori notturni. Coloro che ti disprezzano non sono meglio di te. Scegli l'oscurità e la notte, bambina mia, e ti sarà dato un potere che non hai mai neppure sognato..."
Di colpo vedo perfettamente, sono in mezzo ad una scura foresta senza sentieri, buia. Sono consapevole della presenza di lupi, ma vedo anche splendidi fiori qua e là. Non conosco la strada. Tra due alberi, alla mia sinistra, c'è una figura femminile, sorridente, che mi porge la mano...
Qualcosa in me si ribella, dibattendosi. La guardo dritta in faccia: "Sì, sono una creatura preziosa... soprattutto per te, vero? Una freccia perfetta per il tuo arco. Il grande potere che mi offri non è per me, serve solo a dimostrare la tua grandezza: diventerei un ottimo strumento nelle tue mani, asservito alla tua volontà. Se non fosse così, non avresti condizionato le mie scelte tacendo ciò che ti faceva comodo. Accettare la tua guida sarebbe tradire una parte di me stessa. Non lo voglio fare".

lunedì 5 ottobre 2009

11 IL LATO OSCURO

Gdraddict:"Pugilato zen"
Il mattino dopo discutiamo di nuovo sul fermaglio, con GP che non perde occasione per infierire. Solo la minaccia di ucciderlo nel sonno ha un certo effetto…. Dopo l’episodio della tigre ha intuito qualcosa e alla fine è venuto a sapere tutto. Per l’ennesima volta spiego le mie ragioni, ma sorge una questione nuova. Se l’oggetto utilizza la trama dell’ombra, io avrei dovuto risentire di un contraccolpo magico piuttosto pesante quando l’ho utilizzato, cosa che invece non è capitata. Questo fa pensare a Lee che forse la trama d’ombra non c’entri. Invece a me chiarisce il significato dell’ultimo sogno: io stavo in mezzo, nel punto di congiunzione tra la ragnatela delle linee luminose e quella delle linee scure. Da un parte c’era la figura angelica delle altre visioni che mi guardava seria, e dall’altra un figura femminile scura che mi invitata sorridendo ad andare da lei.
Così ho capito che in realtà io già prima usavo anche la trama dell’ombra per alcune mie magie (forse da lì vengono i miei particolari poteri): sono quindi in grado di usare entrambe le trame, per ora, anche se probabilmente arriverà un momento in cui dovrò scegliere l’una o l’altra. Per questo non ho avuto problemi con il fermaglio. Non credo sia il caso di dirlo a Drevlin, potrebbe decidere di mettermi al rogo seduta stante! La vera domanda sarebbe come mai l’anziano Harbaldol poteva usare l’oggetto senza conseguenze, ma è una curiosità che soddisferò in seguito.
Alla fine della discussione, dopo varie ipotesi finalizzate (ben che vada) alla mia decapitazione, decidiamo che la cosa migliore da fare è cercare informazioni “cartacee” per scoprire come liberarsi dell’oggetto. Potremmo cominciare dalla biblioteca della Cabala, dato che Fiann ci ha lasciato un messaggio che ci convoca lì tra due notti per testimoniare nel processo contro Pyros. Nel frattempo, si tratta di vedere cosa fare con Alì Mumara, se andare a stanarlo e parlare con lui o lasciar perdere. I nostri discorsi vengono interrotti da un ragazzino che ci consegna una lettera: guarda caso, è proprio di Alì. Dice che ha parlato con il suo uomo che abbiamo fatto arrestare, convinto che noi siamo gli eletti di Dendar. Se è così, dobbiamo andare a dimostrarglielo nel parco a nord della città questa notte. In effetti noi non siamo gli eletti, quindi potremmo ignorare la cosa, come vorrebbe fare Drevlin. Lee però insiste: non possiamo lasciare questi pazzi agire in libertà, bisogna capire chi passi gli incantesimi ad Alì, se sono implicati i finti monaci… così convince il mago a presentarsi all’appuntamento. Alì Mumara ci accoglie in maniera plateale, sogghignante tra due falò accesi e scortato da due guardie del corpo più due cecchini appostati sugli alberi lì intorno. L’espressione di Drevlin a questa messa in scena dice tutto (e sì che lui è un mago di Halruaa!). Tra lui e il mercante c’è uno scambio di battute al vetriolo, finché Lee si stufa e per impedire ad Alì di usare incantesimi prova a lanciargli un “silenzio”, senza però riuscirci. Infatti, l’altro pronuncia una formula e poi di colpo tutto si fa confuso. Qualcuno di fianco a me mi minaccia… cerco di attaccarlo per liberarmi di lui ma il colpo non affonda. O diavolo, ma che succede? Sono in pericolo, devo assolutamente tirarmi fuori da qui! Ma come? Che faccio? …
Me la do a gambe levate, finché non sento più rumori sospetti intorno a me. Ai margini della mia consapevolezza, intravedo qualcosa di blu correre a balzelloni lontano dai falò…
Quando riesco a chiarirmi le idee, capisco con un certo imbarazzo di essere stata vittima di una “confusione” e torno sui miei passi. Arrivo alla radura insieme a GP (almeno non potrà sfottere più di tanto!), ma lo scontro è già finito. Mumara è a terra, morto, e Lee lo fissa, per quanto possa farlo un cieco, sgomento, mentre Drevlin perquisisce il corpo. Delle guardie non c’è più traccia. Il mago mi chiede perché io l’abbia attaccato, ma francamente io non mi ricordo della cosa. Il monaco continua a ripetere che non voleva ucciderlo, voleva solo stenderlo prima che terminasse l’effetto del “blocca persone”. Continua ad essere agitato anche mentre decidiamo cosa fare del corpo. Drevlin opta per portarlo alle autorità, mostrando loro il tatuaggio e il simbolo sacro che ha al collo; in fin dei conti si è trattato di legittima difesa, è stato lui a sfidarci. Rispediamo GP in taverna, per evitare che l’artiglio possa mal disporre i nostri interlocutori, e ci rechiamo col cadavere al comando di polizia. La faccenda si complica immediatamente. Mumara è uno dei mercanti più influenti della città e la sua famiglia, avvertita dell’accaduto, fa grosse pressioni (cioè sgancia una bella somma di denaro) perché veniamo arrestati e possibilmente uccisi nel più breve tempo possibile. La nostra versione deve essere confermata, la guardia non può lasciarci andare… insomma, si tratta di comprarci la libertà. Drevlin, già scocciatissimo, fa capire che è un influente mago di Halruaa, che è molto ricco, e per avvalorare le sue parole lascia 500 monete d’oro e lancia un piccolo incantesimo, col risultato che la guardia vuole incarcerare me e lui preventivamente, per poi mandare il monaco a prelevare il resto dei soldi. Drevlin è furente, si trattiene a stento. Spiega tra i denti che solo lui può avere accesso al credito, ma la guardia è irremovibile. Io vedo già il processo per direttissima (la famiglia di Mumara non baderà a spese!) e la nostra esecuzione in meno di 24 ore. Drevlin è fuori di sé e si dirige platealmente verso le celle, Lee cerca di riportare tutti alla calma e di far ragionare la guardia, nessuno mi ascolta perché troppo impegnato a litigare… io immagino l’intervento di GP quando non ci vedrà tornare… Sì, morti, in molto meno di 24 ore! Nessuno ci tirerà più fuori da quelle celle, l’unica è non entrarci. Tocco il fermaglio. La guardia diventa più disponibile e malleabile. Alla fine ci lascia andare. SO che ci coprirà e farà di tutto per allontanare l’attenzione da noi. Ok, Drevlin e il monaco mangiano la foglia. È inutile che mi guardino con quelle facce, se fossero stati più convincenti non ci sarebbe stato bisogno di ricorrere a questo. Torniamo alla taverna, con il mago che fuma dalla rabbia, ma Lee non entra e preferisce recarsi al tempio. È ancora scosso per aver ucciso il mercante inerme. Informiamo brevemente GP e poi andiamo a dormire.
Un po’ di sonno è quello che ci vuole. Ma arriva il sogno…
Ora sono un passo dentro le linee scure, e quelle di luce si fermano poco prima di sfiorarmi. Oh-oh… La figura angelica mi guarda triste, l’atra sorridente mi invita a braccia aperte.
Non è un bel risveglio. In fondo però non ho usato l’artefatto per fare del male. Sarà, ma intanto non riesco più a lanciare la “luce”. La trama d’ombra non è buona, ma so che di per sé non è malvagia. È semplicemente un altro canale da cui attingere la magia, cosa che inconsciamente già facevo. Ora, alcuni incantesimi risulteranno più potenti, altri non potrò più lanciarli. Però non è stata una scelta consapevole… non mi piace questa storia, perché non ne ho il controllo. Devo evitare di usare di nuovo il fermaglio, devo capire come funziona la trama d’ombra.

venerdì 2 ottobre 2009

10 GLI ADORATORI DELL'INCUBO

Gdraddict: "gatta ci cova"
La mattina successiva mi decido a parlare col mago in privata sede. Gli spiego tutta la situazione, compreso di aver saputo dal fermaglio (una bugia innocente) che prima apparteneva ad un Anziano di Halrua che lo teneva illegalmente e impunemente nella casa della figlia (il bastardo…). Fortunatamente Drevlin dice di non aver fatto menzione né di me, né dell’oggetto nel suo rapporto ai superiori, per cui non dovremmo avere sicari alle calcagna. Mi sembra piuttosto preoccupato, ma non vuole che lasci il gruppo, almeno per il momento.
Ora vedrà lui cosa dire agli altri, io non avrei problemi con Lee, ma temo che GP si lasci prendere la mano dalle potenzialità dell’artefatto. Insomma, sarebbe il protagonista di tutti i suoi prossimi piani d’azione… Il genasi sta rumoreggiando fuori dalla stanza, quando usciamo ci accoglie con scontate battutine a doppio senso, per poi rincarare la dose col mago quando si accorge delle nostre facce per nulla soddisfatte. Drevlin non gli dà corda, andiamo a preparare il necessario per la nostra spedizione e alla prima occasione anche Lee viene messo al corrente dei fatti di cui abbiamo discusso io e il mago in mattinata. Alla sera, guidati da un ragazzino, ci inoltriamo nei bassifondi fino ad arrivare ad un magazzino all’estrema periferia della città. I quartieri che attraversiamo sono desolanti, la gente vive in condizioni disperate, senza nulla, in baraccopoli miserevoli. Ci osservano diffidenti, io quasi non riesco a guardarmi intorno… dissimulare indifferenza è dura.
Il magazzino non sembra sorvegliato e all’interno è buio, ma optiamo per un’entrata dalla botola del tetto. Manderei Malik a controllare, se non fosse troppo impegnato a cacciare topi! Ci intrufoliamo all’interno facilmente, ma non c’è nulla d’interessante, a parte uno strano odore dolciastro individuato da GP che non riesce a staccare il naso dalle casse. Poi Lee incespica, permettendoci di trovare una botola nel pavimento seminascosta da una pesante cassa. Ci infiliamo dentro e iniziamo a percorrere un lungo passaggio sotterraneo, piuttosto stretto, in cui Malik percepisce la presenza di un grosso felino. Camminiamo per ore senza incrociare nessuno, lasciandoci alle spalle la città e scendendo sempre più in basso, mentre il silenzio viene saltuariamente interrotto da alcuni ruggiti. Infine sbuchiamo di fronte a uno strapiombo, dall’altra parte del quale due guardie armate sono appostate a protezione di un ponte levatoio chiuso. Noi siamo allo scoperto, agevoli bersagli per i loro archi, e un mago nascosto nell’ombra scaglia incantesimi su Drevlin. GP e Lee non possono fare molto a distanza, io stendo una guardia grazie a un “colpo accurato” e Drevlin riesce a sconfiggere il suo, o meglio, la sua avversaria diretta. Giusto un attimo prima che GP, presa una bella rincorsa, si lanci attraverso il baratro sfruttando la levitazione per poi agganciarsi con l’artiglio al parapetto. Il ghigno di scherno della guardia gli si pietrifica sul volto mentre tenta un’inutile difesa contro il genasi. I tre, a parte un tatuaggio leggermente magico, non hanno addosso nulla di particolare.
Oltre il ponte levatoio ci aspetta un’altra ora di cammino in un tunnel scavato nella roccia, al termine del quale c’è un’ampia caverna buia costellata da stalattiti, stalagmiti e massi dalle forme più svariate. Si sentono dei lamenti, a terra ci sono persone che sembrano agitarsi nel sonno. Ci occupiamo della più vicina a noi senza riuscire a svegliarla, evidentemente è stata drogata e poi costretta ad avere incubi per nutrire Dendar. Io e GP ci addentriamo nella grotta per raggiungere l’altro lato dove c’è una debole aura magica, ma una grossa tigre ci aggredisce. Drevlin e Lee stanno per venire in nostro aiuto quando vengono attaccati da un uomo nascosto tra le ombre. Il gattone è ben addestrato e non è semplice sopraffarlo, tant’è che GP è costretto a levitare per mettersi fuori portata e a me si annebbia la vista dopo i colpi subiti. La vocina torna, suadente più che mai. Non rischierò la nostra vita di nuovo, in fondo è solo un animale… Quando la bestia si prepara a un altro assalto, tocco il fermaglio. La tigre viene docile docile a farsi accarezzare guardandomi con occhi adoranti. Alle mie spalle è arrivato Drevlin, accortosi che eravamo in difficoltà. Blocco lui e GP prima che colpiscano l’animale, a cui ordino di catturare il suo padrone. Questi sta tentando di seminare Lee per dileguarsi, e quando la tigre lo blocca a terra non capisce più nulla. Impressionato dai “tentacoli zannuti” di Drevlin e dal fatto che controlliamo l’animale, ci scambia per gli eletti di Dendar e ci racconta tutto quello che sa. Così scopriamo che a capo del movimento c’è un certo Alì Mumara, che pare avere incantesimi clericali di qualche tipo e che abita in uno dei quartieri residenziali di Calimport. Per suo conto, rapivano delle persone nei quartieri poveri, le drogavano per indurre in loro incubi e poi le davano in pasto alla tigre quando non servivano più.
Torniamo in superficie e consegniamo sia l’uomo che la tigre alle autorità, che si occuperanno poi di recuperare le persone addormentate nella caverna e la droga lì stipata (almeno quella lasciata dal GP…). Durante il viaggio di ritorno non posso fare a meno di notare il volto scuro di Drevlin. Gli spiego che ho scelto di usare il fermaglio perché era su un animale e per non mettere inutilmente in pericolo la mia e la loro vita, ma la mia volontà è rimasta intatta, non sono stata manipolata. Le mie parole non sembrano rassicurarlo, anzi… Cerco di capirne di più, alla fine mi dice che mentre era attivo ha osservato l’artefatto e si è accorto che la sua magia non funzionava come avrebbe dovuto. Insomma, crede che si tratti di un oggetto della Trama dell’ombra e la cosa lo sconvolge. Non ho capito bene il perché l’artiglio di GP lo lasci sostanzialmente indifferente mentre il mio fermaglio lo urti da morire… Usa una magia differente, e allora? Questo lo rende di per sé peggiore di un oggetto demoniaco? Non credo… però non so molto dell’argomento. In compenso ora è chiaro lo strano sogno di questi giorni, dove vedevo il mondo attraversato dalle linee della Trama e da un groviglio di altre linee più scure… la Trama dell’ombra.
Drevlin resta molto inquieto per il resto della giornata. Arriva anche a dire che non può tacere una cosa del genere… Sta scherzando? Lo guardo fisso negli occhi: se lui ne fa parola con i suoi superiori io sono già morta, e non sarò l’unica. Pensi bene alle implicazioni e alle conseguenze di ciò che direbbe. Non riguarderebbero solo me.
Quando gli ho parlato mi sono di fatto messa nelle sue mani, e questo per paura di poter rappresentare un pericolo per il gruppo. Pensavo avesse capito, ma ora non sono più tanto convinta di avere fatto la cosa giusta. Se parla metterà in pericolo anche tutta la mia famiglia e andarmene non sarà servito a nulla. Può mettere una questione “di magia” al di sopra della vita di diverse persone? È pur sempre un mago… Almeno Lee sembra propenso a mantenere il segreto, però non è lui che decide. Speriamo in bene…