sabato 31 dicembre 2011

87 APRIRE GLI OCCHI



 Siamo sempre stati insieme, affiatati, io e il mio fratello gemello. Ci muovevamo come un corpo solo, pensavamo all’unisono. Ed ora non mi capacito che non riesca a capire, che sia così arrabbiato con me… Ho avuto pazienza, sperando che gli sarebbe passata, che avrebbe constatato che non c’è proprio nulla da temere. È addirittura arrivato a minacciarla di morte!

  Ma tu gli hai risposto per le rime. Non sapeva che sotto il tuo aspetto gentile in realtà c’è una tempra tenace, è stata una sorpresa anche per me.

 Adesso è solo più discreto, ma per il resto…
 

  Ti guarda ma non ti vede realmente. O forse ha paura di farlo, paura delle conseguenze…

  È ancora convinto che ci tradirai, che ci stai ingannando tutti quanti e rivelerai notizie su di noi ai nostri nemici. E come? E poi, perché? Dov’è il rischio: sei qui, tra noi, un passo falso e ti possono uccidere senza nessuna difficoltà. E infatti è questo il proposito, anche Mattick ti aspetta al varco… Mi rinfaccia che potevo “togliermi la soddisfazione” e poi lasciarti al tuo destino, o sacrificarti… Ca**o, sei mia moglie, non una da cui volevo farmi scombussolare gli ormoni per qualche scopata! Non si rende conto di essere offensivo? A 18 anni usi la Trama d’Ombra meglio di quanto facesse lui alla tua età! Non sei una schiavetta da ridurre a concubina per qualche giornata di divertimento.
  Non accetta che io sia innamorato di te, accetta ancor meno il fatto che tu lo sia di me. Perché qualunque sia stata l’origine del nostro legame, e l’ipotesi che il mio volto si sia innestato sull’amore che provavi per il mago mi fa tremendamente male, so che mi ami, che adesso ami me. Altrimenti i tuoi occhi non riderebbero più quando incrociano i miei, altrimenti non ti abbandoneresti così tra le mie braccia…
  Mattick, gli altri, non hanno capito niente di te. E non potranno mai farlo se rifiutano di starti accanto. Ma forse è meglio così, perché altrimenti sì, si accorgerebbero del vero rischio che rappresenti e che nego anche a me stesso quando non sono qui ad ascoltare il tuo respiro calmo mentre dormi.

Tu cambi le persone.

Shar sapeva delle tue percezioni, non so come creda di avervi posto rimedio, o se non ha fatto nulla perché come me non le reputava importanti…
  Invece il nodo sta proprio lì: tu “leggi” dentro. Non è che ti accorgi che sono triste, o arrabbiato, tu vivi la mia tristezza e la mia rabbia, e allora sei capace di scioglierle, di dissiparle, ma pagandone il prezzo anche tu. E riesci a dare un nome a cose che si agitano dentro di me e di cui da solo non so liberarmi. Chi può fare altrettanto per te… Alla fine resta la parte migliore, io con te mi sento un uomo diverso.
  Sapere che in qualche modo“vivi” anche l’amore che ho per te mi rende felice, perché qualsiasi cosa accadrà nel nostro futuro, questo farà sempre parte di te. Se mai l’inganno che ti abbiamo costruito intorno dovesse cadere, in mezzo allo sfascio saprai per certo che quello che provo per te è autentico. Forse non basterà a salvarmi ai tuoi occhi, ma nessuno potrà portartelo via. È il mio personale riscatto, ti affido la parte più importante di me.

Non permetterò che ti facciano del male, finché sarò vivo nessuno ti toccherà.

 Ora ho capito perché il tuo gruppetto si affannava tanto a proteggerti, il portale era solo la scusa ufficiale. Mio malgrado, non li odio più così tanto.

martedì 27 dicembre 2011

86 "LA SERPE IN SENO..."

  Il giorno seguente ci saluta con un bel guaio: la notte uno dei nuovi schiavi è fuggito dal tempio prima di sottoporsi al giuramento di fedeltà a Shar e l’alto chierico è furioso. Stanno rivoltando la città per trovarlo, per non parlare dei controlli già previsti per stanare altri eventuali traditori complici del gruppetto arrestato. Il ranger a capo della sicurezza ci tiene costantemente informati, posso uscire di casa esclusivamente per le lezioni all’accademia. Vattick decide di recarsi al tempio per capire bene cosa sia successo. Io invece trovo un bigliettino nel vassoio della colazione con la scritta “non sono tutte malvagie le persone che verranno uccise durante i riti”. Ma come ci è finito qui?! L’unica persona che può avercelo messo è Vania… È impazzita? Non si rende conto di quello che potrebbe succedere se qualcun altro lo leggesse? Incenerisco il foglietto e faccio in modo di parlare con lei al sicuro da orecchie indiscrete. Scoppia in lacrime, dicendo che domani alcuni suoi amici verranno uccisi solo perché sono buoni. Beh, parliamone… Aiutavano gli schiavi a scappare, perché non tutti i padroni sono bravi come me e mio marito… e da quando si è sposato lui è cambiato ed è molto più sereno… Se io glielo chiedessi, lui potrebbe fermare le esecuzioni! Ma sta scherzando? Già mi odiano, figurati poi se mi metto a discutere le scelte sacrificali! E poi davvero crede che Vattick abbia tutto questo ascendente sul fratello maggiore? Non ha capito come funzionano le cose. Cerco di farle capire che non ho questo potere, ma lei insiste: Vattick fa tutto quello che dico io… No, calma… tu ti sei costruita un sacco di castelli in aria! Non è così, e poi nemmeno mio marito potrebbe ottenere una cosa del genere dall’alto chierico, ma non è semplice farlo comprendere ad una schiava sull’orlo di una crisi isterica. Cerco di calmarla, di farmi spiegare bene chi sono e cosa facevano i suoi “amici”: lei mi racconta di una donna sui 35 anni dai modi gentili che è il fulcro del loro gruppo, delle visioni che hanno avuto di una figura femminile piena di bontà e comprensione, dai capelli argentei e il sorriso sereno… Selune! O m***a! Ma in che guaio ti sei ficcata! Tento di fare mente locale sulla questione perché forse Vania non si rende conto della gravità della sua situazione, ma il mal di testa mi assale improvviso. Lei farfuglia che ha sbagliato a parlarmene, di dimenticare tutto, poi si accorge che sto male e in preda al panico corre a chiamare la guaritrice.
  Le cure mi rimettono in sesto quanto basta per recarmi a lezione. Cerco di scacciare dalla mente la discussione con la schiava, ripromettendomi di parlarne in serata con Vattick. I bambini sono contenti di dedicarsi alla magia dopo tre ore di teologia sharita. La bimba che ha comprato il gattone maculato è tutta orgogliosa al primo banco con la bestiola legata al guinzaglio. Ricorda davvero molto Malik… Verso metà lezione, mentre giro per la classe spiegando, il gatto si libera non so come e mi salta sulle spalle. La bimba si spaventa tantissimo e in classe scoppia una gran confusione. Il micio scappa volando per l’aula e riesce a fuggire dalla finestra prima che qualcuno possa catturarlo. Alcuni ragazzini mi chiedono di usare la cecità per fermarlo, buona occasione per spiegare loro che gli incantesimi non vanno sprecati quando non sono necessari… Il pensiero di Malik torna prepotente, la testa comincia di nuovo a dolermi e non riesco a finire la lezione. Perdo i sensi mentre vengo riaccompagnata a casa.
  Quando mi riprendo Vattick è già al mio fianco. È preoccupato e si fa raccontare quello che è successo. Il legame con un famiglio è profondo, difficile da “dimenticare”… Lui mi resta vicino e mi coccola, la crisi fortunatamente passa in breve tempo. Continuo a pensare anche alla storia di Vania, alle sue lacrime e alla sua paura. Forse se incontro queste persone avrò un’idea più precisa. Dico a mio marito che più tardi vorrei andare a vedere i prigionieri, come è usanza fare prima del sacrificio. Lui è un po’ dubbioso, alla fine acconsente ma vuole accompagnarmi. Meglio ancora, le guardie avranno meno da ridire. Infatti il ranger non è molto convinto, pare che abbiano trovato tracce di seguaci di Selune ancora in libertà.
  Appena scendiamo dalla carrozza davanti alle prigioni mi accorgo di Mattick sull’altro lato della piazza. E no! Già è una giornataccia, ci manchi solo tu! Infastidita, chiedo a Vattick di levarmelo di torno e mentre lui intercetta il fratello io scendo con la scorta nelle carceri. Sono investita da un’ondata di disperazione e rabbia. Molti shadovar insultano i prigionieri e sputano loro addosso, li irridono: pensavano di distruggerli, di tradire Shade, e ora pagheranno per i loro crimini e verranno sacrificati in onore della Dea Oscura. Molti sono ragazzini che avranno sì e no quindici anni… Infine arrivo dalla donna che mi ha descritto Vania. Avverto anche da qui che lei è molto più serena rispetto agli altri detenuti; si vede che è stata malmenata, le dita di una mano sono rotte. Sono tentata di allungare un braccio nella cella per cercare di toccarla e scoprire qualcosa di più attraverso le mie percezioni, ma è incatenata troppo distante perché possa riuscirci e farmi aprire la porta sembrerebbe una richiesta troppo strana. Metterei in difficoltà anche Vattick… Lei mi guarda incuriosita, mi chiede se anch’io sono qui per offenderla e infierire. Non c’è odio nella sua voce, nei suoi gesti. Le rispondo che in realtà sono qui per capire. Poi la calca degli altri visitatori mi costringe ad avanzare, finisco il giro delle carceri e torno alla carrozza. Di Mattick non c’è più traccia e rientro a casa insieme a mio marito. Lui mi vede pensierosa, taciturna e si decide ad affrontare l’argomento: non devo farmi ingannare perché anche se sembrano brave persone e innocui, in realtà tutti i prigionieri sono molto pericolosi. Può darsi, però forse si potrebbero usare altri sistemi… -“Jamila, tramano contro Shade, hanno voltato le spalle alla nostra Dea, non si può tollerare: la punizione esemplare è necessaria altrimenti lo scambierebbero per debolezza. Ed è solo dimostrando di essere i più forti e i più spietati, vendicando i torti e i tradimenti che siamo diventati una potenza e siamo sopravvissuti nel piano delle ombre!” –“Ma qui non siamo nel piano delle ombre! Guardati intorno: non è più necessario ricorrere sistematicamente a questi mezzi!” Resta immobile e muto per qualche secondo, come se di colpo avesse realizzato qualcosa che fino a quel momento gli sfuggiva. –“Hai ragione, ora è diverso. Anch’io mi sento diverso, soprattutto da quando ci sei tu.” –“Vattick, in quelle prigioni ho visto diversi ragazzini che arrivavano a stento ai quindici anni. Possibile che non siano recuperabili? Si saranno fatti abbindolare dalle belle parole di qualcuno che agiva in malafede, ma sul serio la nostra Dea li preferisce morti quando può riaverli come suoi fedeli seguaci? Cos’avrebbe da guadagnarci…” Si appoggia con un braccio allo schienale di una sedia, mentre si gratta nervosamente il mento. Poi mi guarda negli occhi con un sospiro: “Vado a parlare con l’Alto chierico, tu aspettami qui e non uscire di casa”. Mi bacia e si reca al tempio. Lo attendo per un paio d’ore, un po’ in ansia. Alla fine ritorna, piuttosto sollevato. È riuscito ad ottenere che i ragazzi più giovani non vengano sacrificati: per punizione verranno mandati a lavorare come schiavi nelle piantagioni e intanto avranno il tempo di essere “rieducati” e di riflettere sui loro errori. Certo, magari condendo il tutto con qualche bella frustata… ma almeno avranno salva la vita e un’altra possibilità.
  Prima di andare a dormire riesco a parlare con Vania. Lei è nervosa, vorrebbe chiedermi qualcosa ma non ne ha il coraggio: alla fine capisco che vorrebbe uscire da sola, senza guardie al seguito, e io dovrei coprirla fingendo che sia in casa. Ma tu allora non ti rendi proprio conto della situazione! Mandarti a morte certa e mettere una buona ipoteca anche sulla mia… La guardo severa: ma davvero lei non si è accorta che oltre alle guardie di mio marito ce ne sono diverse altre, per lo più invisibili, che rispondono ad altri prìncipi? Ci tiene così tanto a morire e a condannare anche chiunque abbia intenzione di incontrare? Lei arrossisce abbassando lo sguardo, chiedendo scusa se ne va in fretta ad attendere agli ultimi compiti della giornata.
Ormai è tardi, ho decisamente bisogno di riposare! Mi accoccolo contro Vattick e mi addormento quasi subito. 

lunedì 19 dicembre 2011

85 IL MERCATO DEGLI SCHIAVI

 
 La nuova routine procede senza grossi scossoni, l’incarico all’accademia mi piace, soprattutto perché mi dà accesso ai libri permettendomi di approfondire vari aspetti della magia legata alla trama d’ombra, cosa ben difficile da fare ad Halarahh. Adesso sto tenendo delle lezioni sulla “cecità” e sul suo uso strategico in combattimento e i ragazzini sono molto interessati. Qualche bambina in particolare ha grande simpatia per me, vuoi perché sono una principessa, vuoi per il mio aspetto. Mio marito vorrebbe che prendessimo una nuova schiava, così potrei istruirla io stessa, come si conviene al mio rango. In realtà mi pare che Vania se la cavi benissimo da sola a mandare avanti la casa… Lui però dice che con l’insegnamento potrei avere bisogno di qualcuno che sappia trascrivere le pergamene o che svolga altre mansioni, non strettamente domestiche, per me. D’accordo, vedremo se c’è qualcuno di adatto al prossimo mercato degli schiavi: ce ne sarà uno tra qualche giorno, anche perché ormai manca poco a una delle feste più importanti in onore di Shar durante la quale si terranno i sacrifici degli infedeli e dei traditori. I preparativi sono frenetici, tutti vogliono mettersi in mostra per l’occasione e quindi schiavi in più fanno comodo. Soprattutto nel caso qualcuno di loro, rivelatosi poco “devoto” o ligio al dovere, dovesse finire in sacrificio…
  Il giorno del mercato Vattick mi accompagna per visionare le persone disponibili. Mentre entriamo nella piazza incrociamo il primo ministro, che se ne sta andando. Ci saluta con cortesia e si ferma qualche minuto a chiacchierare con noi. Al suo seguito c’è una ragazza molto bella, dal portamento elegante e dallo sguardo profondo, attento. Dev’essere il suo ultimo acquisto… è sicuramente la schiava adatta a lui, al suo stile; e mi ritrovo a pensare che è stata fortunata, perché almeno con lui è al sicuro da certe attenzioni, da molestie che in altri contesti il suo aspetto attraente avrebbe potuto provocare… Il ministro non è uomo da indulgere in queste “distrazioni”, troppo occupato a consolidare la propria posizione e ad assicurare il potere all’Alto Principe. Incrocio anche una delle mie alunne insieme al suo papà, che tutta felice stringe una gabbia contenente un grosso micione maculato. Mi ricorda Malik… nonostante tutto, sento ancora la sua mancanza. Ma è un pensiero che devo soffocare immediatamente, ho già una leggera fitta alla testa.
  Quando ci troviamo al cospetto del mercante ormai sono rimasti pochi schiavi disponibili. La nostra attenzione si restringe a tre individui: un uomo che tiene sempre lo sguardo basso e con un brutto tatuaggio sul petto e due ragazze dall’aria timida e un po’ impaurita. Una di esse è istruita ed è in grado di attendere ai compiti di cui ho bisogno. La scelta cade su di lei, anche perché l’uomo tatuato ha uno strano modo di guardarsi intorno... Nel lasciare la piazza mi accorgo che il suo acquisto è contrattato dal fratello maggiore di mio marito, l’alto chierico di Shar.
  Vania accoglie benevolmente la nuova venuta, è piuttosto rassicurante con lei anche se da un paio di giorni è piuttosto nervosa. Forse teme la presenza di un’altra schiava in casa, o forse è il gran fermento per l’avvicinarsi dei riti. Vattick non ha ancora risolto i suoi problemi con l’assegnazione delle missioni e pare che la città sia in subbuglio perché è stato scoperto un covo di cospiratori che hanno rinnegato il culto della nostra Dea. Molti di loro sono stati rinchiusi nelle prigioni in attesa dell’esecuzione rituale, ora si stanno cercando eventuali fuggiaschi. Il ranger si raccomanda di prestare molta attenzione quando esco e rafforza ulteriormente la sicurezza intorno a casa nostra. Mio marito è preoccupato, mi invita a non lasciare casa se non è necessario e a non farmi ingannare perché molte volte questi traditori si presentano sotto le vesti migliori ma in realtà sono subdoli e non aspettano altro che un attimo di distrazione per colpire Shade alle spalle. Va bene, ma sono in grado di difendermi, e poi ho più guardie io che l’Alto Principe a momenti… Non capisco la preoccupazione di Vattick; è teso, è duro e severo nei suoi rapporti con “l’esterno”, torna ad essere quello di sempre esclusivamente quando siamo soli. Non vuole mostrarsi per quello che è al resto del mondo, a volte ho l’impressione che sia in preda al dubbio, su cosa non so: forse perché vede Shade anche attraverso i miei occhi, o perché dopo gli ultimi litigi sta riconsiderando i rapporti con i suoi pari… Di sicuro i dubbi non riguardano noi. Anzi, mi propone qualche giorno di vacanza da trascorrere in uno dei nostri villaggi nell’Anauroch quando si saranno conclusi i festeggiamenti per Shar. Perché no: ci riabitueremo un po’ al mondo di fuori e lui potrà finalmente rilassarsi.

venerdì 9 dicembre 2011

84b TORNARE AD AGIRE

 
 Fatico a ritrovare la calma, la misura è veramente colma. Passeggio nervosamente, finché mi fa sedere accanto a lui. –“Davvero, Mattick non ti darà più fastidio.” Già che ci siamo, vediamo di toglierci tutti i pesi dallo stomaco… -“Sai, credo che sia ora di cambiare un po’ le cose. Insomma, io mi annoio da morire piantonata qui in casa da guardie al servizio di non so quante persone diverse che mi seguono a ogni passo che faccio. Vorrei ricominciare a studiare la magia come si deve, mi piacerebbe poter partecipare a qualche missione, o avere qualche incarico… Sono stufa di balli e ricevimenti fini a se stessi. Ho perso anche il mio famiglio, quando non ci sei l’unico diversivo è scambiare due parole con Vania! I miei mal di testa non sono più così forti e sono anche meno frequenti… perché mi tagliano fuori da tutto? Mi ritengono incapace?” –“No, sono solo diffidenti per natura e vogliono constatare le tue condizioni di salute. Per la verità anch’io ho chiesto di essere riammesso alle missioni; anzi, avevo intenzione di ottenere qualche incarico da svolgere insieme…” –“Fammi indovinare: il tuo fratellino non è d’accordo…” Fa una smorfia: “Non è solo quello il problema, e poi non è lui a decidere. Nel frattempo però, penso di averti trovato un’occupazione interessante”. Sorride alla mia curiosità, soddisfatto di tenermi sulle spine. Alla fine si decide a parlare: “Ci sarebbe la possibilità di insegnare alle prime classi dell’Accademia, così avresti accesso anche alle biblioteche”. Non è poi un brutta idea. Anzi! Gli schiocco un bacio sulla guancia, mentre lui divertito mi trascina giù sul letto. –“Pensavo che non sarei riuscito a toglierti il broncio, e invece…” –“Non penserai mica che il tuo gemello se la cavi per così poco, sono furente con lui comunque!”  -“Lo so benissimo! Ma è un problema suo”.
  Nei giorni successivi viene perfezionato l’accordo per l’insegnamento all’Accademia, finalmente posso occupare le mie giornate in modo produttivo e tornare a studiare. Giro sempre con la mia scorta di sorveglianti visibili e invisibili, ormai mi sono abituata anche al ranger responsabile della sicurezza di casa mia e al suo grosso lupo crudele. Mattick fortunatamente non si fa più vedere, ovvio però che nel codazzo di guardie che mi pedina costantemente le sue non manchino… Non ho problemi a gestire la situazione, ma muovendomi da sola vedo ancora meglio la rigidità con cui viene condotta la vita qui, il costante controllo, la determinazione nell’essere i più forti e i più efficienti per garantirsi la supremazia… Non c’è spazio per l’errore, chi non è all’altezza viene messo da parte. Tutto è sacrificabile per la grandezza di Shade. E sento la paura acquattata dietro gli occhi bassi degli schiavi, il disprezzo per chi mostra debolezza, l’odio feroce contro chiunque rappresenti un ostacolo alle proprie ambizioni… Per non parlare del terrore nei confronti dell’Alto Principe e dei suoi figli, Vattick compreso. La sua “immagine pubblica” non combacia con l’uomo che conosco io, ecco perché spesso mi dice che per me può essere difficile capire la necessità di essere duri e spietati. Vania mi ha confidato di ringraziare ogni giorno la Dea per essere al nostro servizio: altrove gli schiavi, soprattutto quelli che non hanno ruoli di “rappresentanza, sono frustati e sottoposti a pene crudeli. Lei invece non è mai stata picchiata dal padrone, nemmeno prima che arrivassi io; da quando sono qui poi, lui è sempre contento e di buon umore…
  Ad ogni modo, dopo una decina di giorni conosco la classe che mi è stata assegnata. Comprende una ventina di bambini sui sette – otto anni figli di Tenebre, tutti piuttosto volenterosi ed estremamente competitivi. Ogni tanto c’è un po’ di confusione, soprattutto per colpa di qualche animaletto che dovrebbe diventare il famiglio di qualcuno di loro, ma si riporta l’ordine in fretta perché la disciplina dev’essere ferrea.
  Vattick è contento di vedermi più tranquilla, pur cogliendo i miei velati dubbi su una certa mentalità degli shadovar. È lui ad essere inquieto, contrariato dal fatto che vogliano escluderlo da una missione molto importante che è in fase di organizzazione. Con me però è sempre lo stesso, anche se il senso di colpa si fa più accentuato. Di nuovo mi dice di essere pronto a diventare padre… Ma io forse non lo sono ancora per diventare madre! Cerco di spiegargli che non c’è tutta questa fretta, che vorrei godermi ancora un po’ la vita a due… Mi sento un po’ cattiva perché conosco la risposta, ma affondo comunque il colpo: e se per caso io e lui scoprissimo di non potere avere figli, finirebbe col ripudiarmi pur di dare una discendenza a Shade? Si rabbuia: “Non dire sciocchezze, sai che non lo farei mai”. Forse ho esagerato… -“Jamila, io non voglio importi niente. È solo che a starti accanto ci si può dimenticare di quanto giovane tu sia…” -“E tu invece? Dimostri circa il doppio dei miei anni, ma quanti ne hai in realtà, eh?” Niente da fare, non riesco mai a scucirgli la verità.

domenica 4 dicembre 2011

84a SCONTRO VERBALE

 
 Poche sere dopo partecipo insieme a Vattick al ricevimento in onore dell’Alto Principe e prima dell’apertura delle danze siamo invitati al suo cospetto. È la prima volta che mi trovo così vicino a lui, mi imbarazza guardarlo perché mi mette a disagio. Lui invece mi scruta con il suo sguardo penetrante ed inquietante; mi fa paura, c’è qualcosa in lui che mi terrorizza, eppure in fondo ai suoi occhi c’è un lampo di malcelato divertimento, mi osserva compiaciuto. Scambiamo qualche parola formale, poi lui sogghignando mi chiede quando arriverà un erede… Ma che cavolo! Lo so che avete un problema di ricambio del sangue, ma ci siamo appena sposati! Anche mio marito torna spesso sull’argomento, in maniera più o meno scherzosa. Io desidero un figlio da lui, ma non subito, è da così poco tempo che possiamo stare insieme… Lo so che per gli shadovar è necessario trovare il modo di rinnovare il sangue, che le nascite sono in calo, e ho sentito i discorsi di qualche nobildonna preoccupatissima perché non riusciva a restare incinta e aveva paura che il marito la ripudiasse… Ma fare pressioni continue e intromettersi nel privato mi pare eccessivo!
  Ci congediamo con un rispettoso inchino, poi il Primo Ministro mi saluta con un sorriso e resto a chiacchierare con lui mentre mio marito si apparta in un’altra ala del castello con suo fratello, che al solito, con aria truce, se lo trascina via. Non tornano per parecchio tempo, alla fine mi decido ad andare a cercarli. Sono in uno dei giardini interni e, guarda caso, discutono animatamente, anche se cercano di non dare nel’occhio e di mantenere un tono di voce basso. Rientro prima di loro, accetto l’invito a ballare di un nobile. Dopo non molto però Mattick si impone come mio cavaliere. Mi stringe il braccio con una forza tale da lasciarmi i segni, fissandomi con odio: “Sarai anche riuscita ad ingannare mio fratello, ma io non mi lascio incantare dal tuo bel faccino… Vedi di fare la brava mogliettina e di rigare dritto, perché la prima volta che sgarri io ti ammazzo con le mie mani!” Adesso mi hai veramente rotto i c***!
  Mi blocco e lo guardo dritto negli occhi senza battere ciglio, la voce colma d’ira: “Non ti azzardare mai più a rivolgerti a me in questo modo, né tanto meno a minacciarmi! Non devo rendere conto a te di ciò che faccio, non sei né mio fratello, né mio marito, e tutt’al più spetterà a lui a decidere che moglie sono. Non presentarti di nuovo in casa mia mancandomi di rispetto, o giuro che sarà l’ultima volta che lo farai”. Se osi una mezza parola o una reazione ti scarico addosso un tocco d’idiozia qui davanti a tutti! Resta sorpreso, mi soppesa qualche istante con lo sguardo.
 –“E lasciami il braccio, mi stai facendo male!” Libera la presa con un mezzo ghigno, sembra aver apprezzato, a modo suo, la mia reazione e con un inchino ostentatamente formale si allontana.
  Sento gli occhi di Vattick su di me, lentamente lo raggiungo, ancora con il viso in fiamme per la collera. Lui trova il modo per svicolare dalla festa e tornarcene a casa.
  Si accorge dei lividi sul braccio.
– “È stato Mattick, vero?” Non ne posso davvero più! –“Senti, mi spiace perché so che ci tieni al legame col tuo gemello, ma ora sta davvero esagerando! Mi ha minacciato di morte in una sala stracolma di gente! Di morte! E perché, poi… Non sono più disposta a sopportare le sue sparate, se si presenta qui di nuovo a insultarmi ti assicuro che…”  -“Non succederà! Nessuno può permettersi di trattarti in questo modo, nemmeno lui. Dovrà farsene una ragione”.