Camminiamo in silenzio per l’ultimo
tratto, evidentemente il monaco sta riflettendo sulle mie parole. –“Non posso
non venire, Jamila: il ritorno di Selunnara riguarda il destino di molte
persone, compreso il futuro della mia famiglia. La tua decisione mi sembra
troppo drastica, ora però è meglio dormirci su e riprendere il discorso domani
mattina, a mente più serena.” –“Non sono confusa, né arrabbiata: ci ho
riflettuto bene. Si tratta solo di vedere con Zelman quale aiuto possiamo
trovare e se la cosa è fattibile…” Mi guarda con espressione interrogativa, gli
indico l’anello che mi ha regalato il capo: “Posso contattarlo quando voglio”. Poi
mi fermo di fronte a lui, gli occhi piantati nei suoi: “Lee, promettimi che non
dirai nulla agli altri di tutto questo.” Trattiene il fiato, allarmato: “Non
puoi chiedermi di…” “Sì invece! Lo sai benissimo che al primo accenno farebbero
fuoco e fiamme e si intrometterebbero in ogni singolo particolare. Non avrei
più nessuna possibilità di scelta! Per favore, Lee, promettimelo.” Abbassa lo
sguardo, imbarazzato. –“Ti prego, almeno per ora, almeno fino a quando non avrò
messo in piedi la missione. Poi troverò il modo di spiegare loro tutto quanto.”
Gli stringo una mano, supplice: “Avanti, Lee” –“D’accordo, va bene.” –“Ho la
tua parola?” –“Sì, hai la mia parola.” –“Grazie, grazie davvero!"
Entra il locanda davanti a me, lo so di avergli
dato un cruccio, lui odia mentire o nascondere la verità. L’immagine del piccolo Edein
sorridente e di Lara che lo abbraccia. Lee è
sempre riuscito a mantenere calma e lucidità in ogni frangente, certo però che
portarlo in una missione suicida nel Sottosuolo, in prossimità delle nozze, a 18
anni… Che dirà a sua moglie? È una cosa orribile! Dovrei trovare il modo di
lasciare a casa pure lui, ma adesso mi serve il suo appoggio, anche per non
insospettire gli altri.
Come
previsto, non troviamo nessuno ad attenderci, così andiamo a dormire. Dormire è
una parola grossa… Continuo a ripensare agli avvenimenti degli ultimi giorni,
all’esasperazione di Drevlin. Siamo andati troppo oltre, tanto da non riuscire
più a gestire la situazione.
All’alba non resisto più e mi decido a
contattare Zelman. Il capo risponde, a voce bassissima. Vorrei spiegargli quello
che è successo, ma lui mi interrompe dicendo che sa già tutto e che stava
parlando proprio con Elminster, che è piuttosto arrabbiato. Proverà a calmarlo
e a recuperare le informazioni che ci servono, poi, visto che è in zona, potremmo
incontrarci per discutere. Lo avviso che vorrei un colloquio privato, senza gli
altri. Il che per ora non è un problema, visto che non ci sono…
Chiudiamo la comunicazione,
con l’accordo di risentirci tra poche ore.