venerdì 28 marzo 2014

SESSIONI MULTITASKING


 L’ideale: trovarsi con gli amici per giocare intorno a un tavolo, che in genere è imbandito di vari generi di conforto, spesso preparati dalle mani abili e creative di qualcuno dei giocatori. Bello, perché la sessione di gioco è anche il pretesto per vedersi, per chiacchierare, per staccare per qualche ora la spina portando avanti da protagonisti una storia in un mondo parallelo. Non che l’elemento tecnologico venga disprezzato: è grazie al collegamento via internet che possiamo permettere al nostro elemento che risiede all’estero di partecipare regolarmente alle campagne e alle nostre discussioni (spesso surreali). Ma quando possiamo trovarci tutti “dal vivo”, è un’altra cosa.
 Non so quanto questo risulti comprensibile a chi non ha idea di come funzioni il GDR, credo che visto da fuori sembri una “stranezza”, un gruppo di adulti che si confina in un passatempo da ragazzini. Invece non è così, è una questione molto più complessa, ma non è di questo che voglio parlare anche perché verrebbe un post chilometrico.
 Quello su cui volevo soffermarmi è la dinamica delle nostre sessioni. Suppongo che più o meno in ogni gruppo ci siano momenti in cui non si è molto concentrati sul gioco, per cui si divaga con battute, chiacchiere e via dicendo. Delle “pause”, per poi re-immergersi nell’avventura. Però, da noi a volte avviene in maniera peculiare. Ci pensavo leggendo l’introduzione di Ale alla presentazione, su One Shot, di “Non andare nel bosco di inverno”: credo che per noi sarebbe impossibile un’avventura di quel tipo.
 Piena azione di gioco: normale frase della master, funzionale allo svolgimento della vicenda; giocatore 1 che collega inconsciamente ad alta voce ad aspetto di libro A, o di film B, o di situazione C; giocatore 2 che serissimo rimbalza ad altro contesto – assolutamente pertinente peraltro - e con giocatore 3 siamo già all’esegesi biblica, o al problema della traduzione in italiano di un certo testo, alle incoerenze storiche del romanzo x o alle dinamiche chimiche di un certo fenomeno. Il tutto in 5 secondi circa. Per poi tornare, un attimo dopo la conclusione della discussione, di nuovo immersi nell’azione di gioco, come se nulla fosse accaduto.
 Ora, come si riesca in 5 secondi a passare in maniera del tutto logica dal tentativo di disattivare una trappola nel mondo alternativo alla dissertazione filosofica sul concetto di “tempi biblici” nel mondo reale, a posteriori, mi risulta misterioso. Forse è dovuto al fatto che al tavolo siedono almeno tre alti potenziali (tradotto: sono perfettamente presente nel gioco, senza perdermi nulla, mentre intanto gioco/scrivo col telefonino, tengo d’occhio il pentolino dell’acqua calda sul fuoco, prendo appunti, cerco di capire come si pronunci quella parola in giapponese e perfeziono mentalmente tesina/lezione/relazione da presentare al lavoro il lunedì).
 Comunque sia, credetemi, è uno spasso! Una vera esperienza multi tasking: si aprono e si chiudono improbabili finestre in un istante, permettendoti di vedere le cose sotto diversi punti di vista, ma tutti in contemporanea.
 È una cosa che mi capita solo lì.

 Succede anche da voi?

4 commenti:

Mr. Mist ha detto...

Premessa: io non ho capacità multitasking tali da potermi permettere di fare (bene) più di una cosa per volta. Comunque anche a noi capita ed è capitato durante il gioco di lanciarci in discorsi su argomenti più o meno alti (più meno che più) la cosa importante credo sia comunque quella di non andare troppo off topic, per prendere il tuo esempio, se io mentre penso a come disattivare una trappola, penso anche alle cose che devo fare il giorno successivo al lavoro, vuol dire che non sto staccando ed allora uno degli scopi principali del trovarsi a giocare viene meno. Per evitare questa cosa normale e a volte persino inevitabile, di solito ci sfoghiamo ad inizio e a fine sessione, in modo da partire belli carichi col gioco!

jamila ha detto...

In realtà non è così, o meglio, probabilmente è così per la maggioranza delle persone, ma non per "i multitasking". Non è che sono distratti dal pensare al lavoro e quindi non staccano (ma quello era solo un es preso a caso), è che sono perfettamente concentrati sul gioco ma il cervello se non ha un certo di grado di "impegno" soffre, e quindi contemporaneamente fa anche altro per conto suo.
Anche per noi è normale a inizio e fine sessione parlare dei fatti nostri (come dice il Nik, siamo un gruppo di auto-aiuto!). Ma la divagazione multitasking è qualcosa di diverso da questo, dalla normale chiacchiera. è la rapidità con cui nasce (e muore) che è sorprendente, oltre al fatto di arrivare ad argomenti che non toccheremmo certo nelle chiacchiere di cui sopra. E se è vero che ogni tanto la master deve richiamarci all'ordine, la maggior parte delle volte in realtà si torna in carreggiata senza problemi e già nel mezzo dell'azione. Non è un problema, non è sintomo che non siamo presi dal gioco o non siamo belli carichi. Insomma, non è per niente una cosa che vorrei evitare.

Tenar ha detto...

Infatti la master interviene solo quando si sta perdendo... Nel senso che conta più o meno inconsciamente i salti ipertestuali fatti da un argomento all'altro... E con questo vinco il premio follia!

jamila ha detto...

XD

Qual è il numero oltre il quale intervieni?