sabato 2 gennaio 2010

28 SUNDABAR - parte 2^

Gdraddict: "l'ultimo raggio di sole" - seconda parte
In mattinata discutiamo su cosa acquistare per la nostra spedizione ad Alta Thorog. Abbiamo un limite di 10.000 monete d’oro, che aumenta a 13.000 grazie ai soldi ricavati dalla rivendita del mantello magico di Riccoburro. Forse però ci chiederanno di pagare la resurrezione di Ulrik, per cui ne teniamo 5.000 da parte. Decidiamo di comprare pozioni di cura e pergamene che possono tornare utili per eliminare i poteri della bestia del caos o per eliminare gli effetti di incantesimi che potrebbero colpirci. Prima di pranzo poi mi ritrovo sola con Lorcan a un tavolo della sala comune.
Ordina da bere. Di nuovo quelle immagini… Non so neanch’io perché, senza ragionarci mi infilo in un ginepraio. Gli dico che farebbe meglio a non eccedere con l’alcool, perché quand’è ubriaco “parla troppo”. Non capisce, gli spiego cos’è successo quella sera quando gli ho tolto la bottiglia dalle mani e che da allora sto male. Sorvolo sul fatto che me la sono cercata… L’argomento non gli piace per nulla, è ovvio, e si trincera sulla difensiva. Vorrei fargli capire perché l’esperienza mi ha sconvolta, ma trovare le parole non è facile. Lui si scaglia prima che io riesca a formulare il pensiero compiuto: cosa voglio da lui che sta in questo stato da più di due anni? Nulla, non volevo paragonare le due cose ma mi sento un verme lo stesso. Provo in un altro modo, gli dico che se anche mettessimo le mani su Shar in persona questo non lo ripagherebbe di ciò che ha perso, che ogni sofferenza inferta agli shariti non toglierebbe nulla alla sua. Anzi, alla loro. Non è questo che lo aiuterà, deve ricostruire il suo equilibrio su qualcos’altro. Mi fissa sarcastico: “Mi stai consigliando di trovarmi un hobby?” Eh? È impazzito? Avvampo. NO! Evidentemente parliamo due lingue differenti! Di nuovo le immagini della casa in disordine, il corpo riverso per terra… quella rabbia compressa… Vorrei solo che trovasse un modo per uscire da questa instabilità emotiva. Lui mastica tra i denti che non so nulla del gran bastardo che era prima che LEI lo mettesse in riga, che era molto peggio di come è adesso. Sarà, ma so che la scelta di cambiare è stata SUA, e il nuovo Lorcan gli piaceva più dell’altro e anche di questo, e non solo perché c’era lei. I suoi occhi sono taglienti: ora non ha più motivo di essere quell’uomo. E quindi continuerà a macerarsi in questa sofferenza senza uscita? Persino io sono stufa di vederlo così! Chi vuole essere? Preferirei sapere che l’uomo di fianco al quale dormo la notte somiglia a QUELLO piuttosto che a questo! Che a volte devo fare sorvegliare da Malik! Resta di sasso, poi si scosta con la sedia e mi dice che deve pensare e che ha bisogno di stare solo. Mi viene spontanea: “Sei già rimasto solo per troppo tempo”. Non so nemmeno se mi ha sentita. Vivi come se non esistesse altro che tu e la tua rabbia, attento a non legarti a niente di ciò che ti circonda. Così non è vivere…
Arrivano anche gli altri mentre lui cambia posto allontanandosi da me. Notano i nostri volti tesi, non fanno domande, ma nei loro sguardi c’è una punta di rimprovero. In effetti ogni volta che parlo da sola col bardo ne usciamo provati. Più tardi Drevlin mi chiede di cosa abbiamo discusso, ma rispondo genericamente. Perdonami mago, devo ancora sbollire. Quando riuscirò a farlo ti racconterò.
Nel pomeriggio ci dedichiamo alle spese. Troviamo tutto ciò che ci occorre e anche un’armatura di cuoio borchiato incantata molto utile per Lorcan. Facciamo dei veri affari: siamo gli unici clienti e ci vengono concessi degli sconti davvero consistenti. Non ci sono novità e ce ne andiamo a dormire presto. Ripenso al dialogo col bardo, forse non avrei dovuto. Io sto male uguale, lui ha un pretesto per sfogarsi su di me e probabilmente non è servito a niente. Non vuole sentire. Farsi un hobby… Ma come gli è venuto in mente? È colpa mia, sono una stupida. Non riesco a tradurre in parole perché apprendo per altre vie. A volte vorrei che i miei poteri avessero un doppio canale, così forse riuscirebbero a capire… Risento la voce di Selune, nel sogno: “Stai diventando forte.” Sarà, ma mi sento una schifezza. “Mi fido di te.” Ami l’azzardo, confessalo… Devo uscirne da sola, lo so. Mi serve un po’ ti tempo. E un bel “muro” che mi protegga dall’esterno. Me lo costruirò. E di sicuro non indosserò più l’abito rosso! Certo potessi ricaricami con un po’ di empatia positiva…
Finalmente il giorno dopo ci dicono che l’Artiere è pronto a riceverci e ci scortano a Città Sotto, nanica fin nel midollo. Tutti i cunicoli convergono verso la Forgia, che si trova nella caldera del vulcano. Chissà perché ci viene il sospetto che se gettassimo lì il fermaglio c’è il concreto rischio che un’esplosione si porti via mezza città... Un nano dall’aspetto vetusto coperto di bende e medicazioni ci sorride dicendo che ci stava aspettando. Sembra molto stanco, non solo fisicamente. Dice che si domandava perché fosse ancora vivo, ora sa che è perché doveva incontrare noi. Si ricorda benissimo di quel giovane, Anvraham. Giovane? Alla faccia… ed è molto felice di aiutarci. Pone le ossa del santo su un’incudine e con un solo colpo del suo martello le frantuma, polverizzandole. Per lo sforzo le sue ferite si riaprono e le sue bende si intridono di sangue. Cerchiamo di sostenerlo, alcuni nani lo portano a coricarsi e lo medicano. Drevlin intanto separa la polvere delle ossa in due diverse fialette di vetro, consegnandone una a Lee e tenendo l’altra. Ora non ci resta che disperderle nel deserto, come voleva il santo. Se riusciamo a tornare… Non ci intratteniamo molto con l’Artiere perché capiamo che ha bisogno di riposo. Ci limitiamo a chiedere se sa come possiamo liberarci dell’artefatto malvagio che ci portiamo appresso. Guarda come è attento Lorcan! Anche secondo lui non è una buona idea gettarlo in questo vulcano, ma ormai non è più in contatto diretto con gli dei e dovremmo provare a consultare il loro parere attraverso una divinazione. In contatto diretto con gli dei? Chi è veramente costui?
Il fatto che l’Artiere ci abbia ricevuti con onore ci guadagna il libero accesso a Città Sotto, dove possiamo girare indisturbati.
Verso sera, quando risaliamo in superficie, arrivano anche notizie dal Tempio. I Chierici di Tyr ci dicono che resusciteranno Ulrik, gratis, quando torneremo da Alta Thorog. Siamo perplessi. Faccio notare che sembra un ricatto. Lee, più diplomatico, spiega che con un combattente come Ulrik al fianco avremmo più possibilità. Loro rispondono che non è un ricatto e che le loro divinazioni hanno rivelato che questa è una missione che spetta solo a noi. Noi? Tutti e quattro? Ops, l’ho detto ad alta voce, e ho pure guardato Lorcan nel mentre.
- “Sì”.
Lorcan si volta inviperito. Eccolo, figurati se perde l’occasione. - “Che c’è, non dovrei venire?” Rispondo a mezza voce: “Forse per te sarebbe meglio” Potresti cominciare a lasciarti alle spalle tutto questo schifo e scoprire che si può vivere per qualcos’altro. In fondo, che c’entri col santo, tu.
Le occhiatacce del monaco fanno capire che non è il caso di discuterne qui. Appena usciti dal tempio il bardo torna alla carica. –“Aspettate un attimo, a quanto pare Jamila non vuole che venga con voi” – “Non ho detto questo” - “Ah no?” C***o, adesso mi hai proprio rotto!

2 commenti:

Pupottina ha detto...

buon 2010 anche se in ritardo!

^_____________^

Anonimo ha detto...

Grazie, il ritardo non conta. Per i miei auguri, vai ai commenti del post precedente! Ciao
Jamila