venerdì 5 novembre 2010

PRIMA MISSIONE (Mystara)

Il punto di vista è quello di KELSIA, il post è di Tenar. 

 A sera ceniamo insieme agli altri soldati. La maggior parte di loro ha all’incirca la mia età, sono reclute venute al forte per l’addestramento. Sono socievoli, allegri e ben disposti a fare amicizia. Nonostante il pericolo sembrano non avere nessuna preoccupazione al mondo, anche se non fatico a capire che loro nel bosco con i goblin mollaccioni avrebbero qualche problema più di me.
 Li invidio un po’. Non perché hanno una famiglia che li aspetta a casa e che li ha protetti fino ad ora. A me l’affetto di Ann e di mio fratello è sempre bastato e se invece di proteggermi hanno preferito mettermi in grado di badare a me stessa il prima possibile, meglio così. Non è il loro passato che invidio. E’ il loro presente. Essere così, alla pari, poter stringere amicizie senza temere che il compagno con cui spezzi il pane ti accoltelli nella notte, senza già sapere che lotterai per la spartizione del bottino, senza la certezza che tutti i sorrisi sono falsi. E se anche mi arruolassi, credo, questa differenza tra me e loro non sarebbe mai colmata. La spensieratezza, una volta svanita, non può più tornare e io, la loro spensieratezza, non l’ho mai avuta.
 Mi giro verso i miei compagni. Nonostante la differenza di età, mi sento più simile a loro che non a questi ragazzi allegri che scherzano senza vedere la morte che li assedia. Oz sta facendo un po’ di conversazione, è rilassato e non sembra più la persona scontrosa incontrata nella caverna. Kay invece se ne sta in disparte e guarda assorta attraverso un bicchiere. E’ così concentrata che non si accorge di un paio di persone che le rivolgono la parola. Ora la silenziosa è lei e Oz l’affabile, come se fosse avvenuto uno scambio di personalità. Li sento simili a me, tutti e due, ma la verità è che non li conosco per niente.

 Il giorno dopo è dedicato alla preparazione della missione. Ci equipaggiamo. Prendo anche un arco. E’ un’arma che non mi piace, per usarlo bene bisogna rimanere immobili, mentre io amo il movimento, danzare intorno al mio avversario fino a vederne tutte le angolazioni e scoprire i punti deboli. Amo il rischio costante di essere colpita, se appena abbasso la guardia. Però non mi va di rimanere impotente, come contro il toro. Kay mi fa vedere come si usa e, se lei è una maestra insuperabile, anche io riesco a colpire con facilità i bersagli.
 Poi passiamo all’allenamento con le lame. I nostri stili di combattimento sono del tutto diversi, lei ha questo grande spadone che fa paura solo a vederlo, io con la mia lama sottile sembro una zanzara, tuttavia scopriamo di essere più o meno alla pari, se lei fa prevalere la forza, io la disoriento e la inganno. Vorrei vedere anche come me la cavo con i ragazzini dell’esercito, ma di colpo tutti quelli che ieri sera si sono proposti per sfidarmi non ci sono più… Che simpatici vigliacchi!

 Bene, partiamo all’esplorazione. Il mio primo lavoro legalmente retribuito. Chissà se gli altri si rendono conto di quanto ne sia fiera? E tu, fratello? Lo vedi, anche adesso ti do ascolto, cerco di farmi strada alla luce del giorno… Se solo avessi saputo che era così semplice… Avremmo potuto andarcene insieme e arruolarci tutti e due… E tu non saresti morto da solo, in un canale puzzolente…
 Non facciamo fatica a trovare i nostri nemici. Questi non sono goblin, sono più grossi. Non importa. Provo a colpirli con l’arco, ma non riesco a rimanere abbastanza ferma e come faccio, con gli altri già in corpo a corpo? Al diavolo l’arco.
 Ho troppa voglia di dimostrare a me stessa il mio valore e il mio nemico riesce a prendermi di striscio con la sua arma. Adesso mi arrabbio davvero… E la mia lama entra dritta dritta nella sua gola, lasciandogli solo un sottile rivoletto di sangue, che si allunga sul corpo riverso per terra. Sono soddisfazioni.
 Kay intanto ha già sistemato il suo avversario, mentre Oz è più in difficoltà, il suo nemico è come impazzito e lo attacca con una furia animalesca… Che viene repentinamente domata dalla freccia di Kay. Bene!
 Oz e Kay si affannano a cercare di mantenere vivo il mio avversario: l’ideale sarebbe riportarlo al forte per interrogarlo, ma hanno qualche difficoltà con il buco in gola… Be’ temo non piangerò se non ci riescono… Io ho i miei dilemmi. Ho solo un graffio, ma ricordo benissimo le ferite infette inferte dai goblin ai miei compagni e non mi va di trovarmi con la bava alla bocca a tentare di attaccare qualcuno a mani nude. A costo di sembrare una sciocca, bevo un’antitossina e medico la ferita come se fosse ben più grave di quanto in realtà non sia.
 Intanto gli altri hanno stabilizzato il bestio: possiamo tornare indietro, a quanto pare per oggi ci siamo guadagnati il pasto!

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