martedì 27 dicembre 2011

86 "LA SERPE IN SENO..."

  Il giorno seguente ci saluta con un bel guaio: la notte uno dei nuovi schiavi è fuggito dal tempio prima di sottoporsi al giuramento di fedeltà a Shar e l’alto chierico è furioso. Stanno rivoltando la città per trovarlo, per non parlare dei controlli già previsti per stanare altri eventuali traditori complici del gruppetto arrestato. Il ranger a capo della sicurezza ci tiene costantemente informati, posso uscire di casa esclusivamente per le lezioni all’accademia. Vattick decide di recarsi al tempio per capire bene cosa sia successo. Io invece trovo un bigliettino nel vassoio della colazione con la scritta “non sono tutte malvagie le persone che verranno uccise durante i riti”. Ma come ci è finito qui?! L’unica persona che può avercelo messo è Vania… È impazzita? Non si rende conto di quello che potrebbe succedere se qualcun altro lo leggesse? Incenerisco il foglietto e faccio in modo di parlare con lei al sicuro da orecchie indiscrete. Scoppia in lacrime, dicendo che domani alcuni suoi amici verranno uccisi solo perché sono buoni. Beh, parliamone… Aiutavano gli schiavi a scappare, perché non tutti i padroni sono bravi come me e mio marito… e da quando si è sposato lui è cambiato ed è molto più sereno… Se io glielo chiedessi, lui potrebbe fermare le esecuzioni! Ma sta scherzando? Già mi odiano, figurati poi se mi metto a discutere le scelte sacrificali! E poi davvero crede che Vattick abbia tutto questo ascendente sul fratello maggiore? Non ha capito come funzionano le cose. Cerco di farle capire che non ho questo potere, ma lei insiste: Vattick fa tutto quello che dico io… No, calma… tu ti sei costruita un sacco di castelli in aria! Non è così, e poi nemmeno mio marito potrebbe ottenere una cosa del genere dall’alto chierico, ma non è semplice farlo comprendere ad una schiava sull’orlo di una crisi isterica. Cerco di calmarla, di farmi spiegare bene chi sono e cosa facevano i suoi “amici”: lei mi racconta di una donna sui 35 anni dai modi gentili che è il fulcro del loro gruppo, delle visioni che hanno avuto di una figura femminile piena di bontà e comprensione, dai capelli argentei e il sorriso sereno… Selune! O m***a! Ma in che guaio ti sei ficcata! Tento di fare mente locale sulla questione perché forse Vania non si rende conto della gravità della sua situazione, ma il mal di testa mi assale improvviso. Lei farfuglia che ha sbagliato a parlarmene, di dimenticare tutto, poi si accorge che sto male e in preda al panico corre a chiamare la guaritrice.
  Le cure mi rimettono in sesto quanto basta per recarmi a lezione. Cerco di scacciare dalla mente la discussione con la schiava, ripromettendomi di parlarne in serata con Vattick. I bambini sono contenti di dedicarsi alla magia dopo tre ore di teologia sharita. La bimba che ha comprato il gattone maculato è tutta orgogliosa al primo banco con la bestiola legata al guinzaglio. Ricorda davvero molto Malik… Verso metà lezione, mentre giro per la classe spiegando, il gatto si libera non so come e mi salta sulle spalle. La bimba si spaventa tantissimo e in classe scoppia una gran confusione. Il micio scappa volando per l’aula e riesce a fuggire dalla finestra prima che qualcuno possa catturarlo. Alcuni ragazzini mi chiedono di usare la cecità per fermarlo, buona occasione per spiegare loro che gli incantesimi non vanno sprecati quando non sono necessari… Il pensiero di Malik torna prepotente, la testa comincia di nuovo a dolermi e non riesco a finire la lezione. Perdo i sensi mentre vengo riaccompagnata a casa.
  Quando mi riprendo Vattick è già al mio fianco. È preoccupato e si fa raccontare quello che è successo. Il legame con un famiglio è profondo, difficile da “dimenticare”… Lui mi resta vicino e mi coccola, la crisi fortunatamente passa in breve tempo. Continuo a pensare anche alla storia di Vania, alle sue lacrime e alla sua paura. Forse se incontro queste persone avrò un’idea più precisa. Dico a mio marito che più tardi vorrei andare a vedere i prigionieri, come è usanza fare prima del sacrificio. Lui è un po’ dubbioso, alla fine acconsente ma vuole accompagnarmi. Meglio ancora, le guardie avranno meno da ridire. Infatti il ranger non è molto convinto, pare che abbiano trovato tracce di seguaci di Selune ancora in libertà.
  Appena scendiamo dalla carrozza davanti alle prigioni mi accorgo di Mattick sull’altro lato della piazza. E no! Già è una giornataccia, ci manchi solo tu! Infastidita, chiedo a Vattick di levarmelo di torno e mentre lui intercetta il fratello io scendo con la scorta nelle carceri. Sono investita da un’ondata di disperazione e rabbia. Molti shadovar insultano i prigionieri e sputano loro addosso, li irridono: pensavano di distruggerli, di tradire Shade, e ora pagheranno per i loro crimini e verranno sacrificati in onore della Dea Oscura. Molti sono ragazzini che avranno sì e no quindici anni… Infine arrivo dalla donna che mi ha descritto Vania. Avverto anche da qui che lei è molto più serena rispetto agli altri detenuti; si vede che è stata malmenata, le dita di una mano sono rotte. Sono tentata di allungare un braccio nella cella per cercare di toccarla e scoprire qualcosa di più attraverso le mie percezioni, ma è incatenata troppo distante perché possa riuscirci e farmi aprire la porta sembrerebbe una richiesta troppo strana. Metterei in difficoltà anche Vattick… Lei mi guarda incuriosita, mi chiede se anch’io sono qui per offenderla e infierire. Non c’è odio nella sua voce, nei suoi gesti. Le rispondo che in realtà sono qui per capire. Poi la calca degli altri visitatori mi costringe ad avanzare, finisco il giro delle carceri e torno alla carrozza. Di Mattick non c’è più traccia e rientro a casa insieme a mio marito. Lui mi vede pensierosa, taciturna e si decide ad affrontare l’argomento: non devo farmi ingannare perché anche se sembrano brave persone e innocui, in realtà tutti i prigionieri sono molto pericolosi. Può darsi, però forse si potrebbero usare altri sistemi… -“Jamila, tramano contro Shade, hanno voltato le spalle alla nostra Dea, non si può tollerare: la punizione esemplare è necessaria altrimenti lo scambierebbero per debolezza. Ed è solo dimostrando di essere i più forti e i più spietati, vendicando i torti e i tradimenti che siamo diventati una potenza e siamo sopravvissuti nel piano delle ombre!” –“Ma qui non siamo nel piano delle ombre! Guardati intorno: non è più necessario ricorrere sistematicamente a questi mezzi!” Resta immobile e muto per qualche secondo, come se di colpo avesse realizzato qualcosa che fino a quel momento gli sfuggiva. –“Hai ragione, ora è diverso. Anch’io mi sento diverso, soprattutto da quando ci sei tu.” –“Vattick, in quelle prigioni ho visto diversi ragazzini che arrivavano a stento ai quindici anni. Possibile che non siano recuperabili? Si saranno fatti abbindolare dalle belle parole di qualcuno che agiva in malafede, ma sul serio la nostra Dea li preferisce morti quando può riaverli come suoi fedeli seguaci? Cos’avrebbe da guadagnarci…” Si appoggia con un braccio allo schienale di una sedia, mentre si gratta nervosamente il mento. Poi mi guarda negli occhi con un sospiro: “Vado a parlare con l’Alto chierico, tu aspettami qui e non uscire di casa”. Mi bacia e si reca al tempio. Lo attendo per un paio d’ore, un po’ in ansia. Alla fine ritorna, piuttosto sollevato. È riuscito ad ottenere che i ragazzi più giovani non vengano sacrificati: per punizione verranno mandati a lavorare come schiavi nelle piantagioni e intanto avranno il tempo di essere “rieducati” e di riflettere sui loro errori. Certo, magari condendo il tutto con qualche bella frustata… ma almeno avranno salva la vita e un’altra possibilità.
  Prima di andare a dormire riesco a parlare con Vania. Lei è nervosa, vorrebbe chiedermi qualcosa ma non ne ha il coraggio: alla fine capisco che vorrebbe uscire da sola, senza guardie al seguito, e io dovrei coprirla fingendo che sia in casa. Ma tu allora non ti rendi proprio conto della situazione! Mandarti a morte certa e mettere una buona ipoteca anche sulla mia… La guardo severa: ma davvero lei non si è accorta che oltre alle guardie di mio marito ce ne sono diverse altre, per lo più invisibili, che rispondono ad altri prìncipi? Ci tiene così tanto a morire e a condannare anche chiunque abbia intenzione di incontrare? Lei arrossisce abbassando lo sguardo, chiedendo scusa se ne va in fretta ad attendere agli ultimi compiti della giornata.
Ormai è tardi, ho decisamente bisogno di riposare! Mi accoccolo contro Vattick e mi addormento quasi subito. 

8 commenti:

jamila ha detto...

Lo so, è lungo! Ma visti i tempi lunghi di questo ultimo periodo ho fatto un 2x1 per recuperare!

Tenar ha detto...

A me è sembrato perfetto

Ale ha detto...

si legge tutto d'un fiato! :)

Bardoscuro ha detto...

Che figo quello schiavo che è scappato all'Alto principe! Non era mai successo prima o sbaglio? ;)

jamila ha detto...

@Bardoscuro: eh sì, un gran figo! Peccato che a volte se lo dimentichi...
(comunque non è l'Alto Principe - che ci avrebbe sgranocchiati a colazione - ma "solo" l'Alto chierico di Shar, ovvero il figlio primogenito dell'Alto Principe. Che peraltro ha anch'esso delle buone chances di sgranocchiarci a colazione...)

Bardoscuro ha detto...

Hai ragione, in fondo era un po' un povero pirla... E chissà che fine ha fatto ora e se la sua dea è incazzata con lui... Anche se dovrebbe farsi pure lei qualche appuntino da sola! Oh, dovrei proprio proprio scriverla questa parte, ho fatto un 20 troppo bello!

jamila ha detto...

@BArdoscuro: XD Non so quanto sia pirla... su quello che succederà, lo scopriremo solo vivendo. E lo scopriremmo meglio se tu ci narrassi quanto J non può sapere!!
Il 20 in questione dovresti spiegarlo tu.

Mr. Mist ha detto...

Mega post di fine anno l'ho divorato e adesso scappo buon anno a tutti!