giovedì 11 ottobre 2012

109a VITE PARALLELE



 Partiamo scortate da un paio di uomini armati, silenziosi e impassibili alle nostre spalle. Giusto per precauzione. Usciti dalla città, dopo poco lasciamo la strada principale per un sentiero secondario e non incontriamo quasi nessuno, fino a quando arriviamo a un capanno ben tenuto in mezzo alla campagna. Loryn mi avvisa che siamo arrivati e ferma il suo cavallo, mentre una pantera nera, con passo lento ed elegante, ci viene incontro. Smonto dalla sella, il felino alza il muso verso di me lasciandosi accarezzare docile. Un’ombra si muove di fianco al capanno, vicino al tronco di un grosso albero. La pantera si volta e torna indietro, seguita da Malik, diretta verso il drow che ci saluta e ci invita a raggiungerlo. Loryn lascia le guardie a presidiare i dintorni e mi accompagna da lui: saltano subito agli occhi le due scimitarre dell’elfo, il suo modo di muoversi, la sicurezza che promana dalla sua persona. Non serve una dimostrazione per capire quanto sia bravo ad usare le sue lame, è evidente al primo sguardo. Ci accomodiamo all’interno della casupola, seduti attorno a un tavolo. Mi sento un po’ fuori posto, più che per gli occhi viola del drow puntati addosso perché non so bene cosa aspettarmi da questo colloquio. L’uomo mi sorride, incuriosito: “Beh, vedo che Vattick nel parlarmi di te diceva il vero. Pensavo che il suo giudizio non proprio distaccato avesse in qualche modo amplificato la tua bellezza, ma mi devo ricredere”. Ecco, adesso è imbarazzo completo…  
 Il volto dell’elfo torna serio; si presenta ufficialmente come colui che sta aiutando Vattick a trovare la sua strada e mi racconta il suo passato di rampollo di una nobile casata di Menzoberrazan cresciuto seguendo i dettami della Regina Ragno. Un’altra simpaticona… La sua città non era isolata quanto Shade, ma anche in essa non vi era alternativa all’unico codice morale dettato dal culto della Regina. L’incontro con persone differenti dalla sua gente all’inizio è avvenuto da nemico, e non poteva essere altrimenti: ha fatto del male a queste persone, ma era l’unico modo con cui poteva entrare a contatto con il bene.
 No, aspetta, ho capito dove vuole andare a parare, e capisco perché si sia preso a cuore la situazione di Vattick. Ma il suo buon proposito è superfluo…
 Ricorda che durante un combattimento contro degli gnomi di profondità, colpito dal valore di uno di loro, lo aveva fatto prigioniero senza ucciderlo. In cambio della vita, allo gnomo sono state mozzate le mani prima di liberarlo. Molto tempo dopo, quando ormai il drow aveva trovato il coraggio di lasciare la sua città perché non ne condivideva i principi, lo ha incontrato di nuovo: scoprire che il suo antico nemico non lo odiava, ma anzi era disposto ad offrirgli la sua amicizia gli ha dato la forza per continuare nel suo nuovo cammino, nonostante le difficoltà, senza cedere alla disperazione. Insomma, il suo primo contatto con lo gnomo, con il “bene”, è avvenuto tramite un’azione malvagia, com’era inevitabile per il suo vissuto, per il suo contesto culturale. E come è stato inevitabile anche per Vattick, che non ha conosciuto altro che il piano delle ombre e la legge della dea oscura.
 Il drow fa una breve pausa, poi aggiunge che l’aver accettato che venissero tagliate le mani allo gnomo, per quanto sia stato un atto crudele, è stato l’unico modo per salvargli la vita.
 Non esterna esplicitamente l’analogia con quanto Vattick ha fatto a me, ma non è difficile cogliere il sottinteso. Solo che Vattick non ha dovuto acconsentire a una scelta di altri, ha elaborato lui la cosa in prima persona… Nonostante siano passati molti anni e pur essendo stato perdonato, l’elfo prova ancora un senso di colpa per la tortura inflitta allo gnomo, senso di colpa che probabilmente non svanirà mai del tutto e che traspare dalla sua voce. Non parla dei sentimenti del suo protetto, è chiaro però che le sue parole valgono anche per lui.
 Drizzt conclude il suo discorso guardandomi negli occhi: per rimanere coerente con i suoi principi ha accettato una vita da reietto e nonostante ormai sia in superficie da parecchi anni, molte persone ancora lo temono e non gli è permesso entrare a Silverymoon, pur essendo amico personale di Alustriel, per evitare di scatenare il panico. È una situazione che gli pesa, e che all’inizio lo faceva soffrire ancora di più. Ma è convinto di avere fatto la scelta giusta, per questo è disposto a sopportare la diffidenza e l’ostilità che ancora manifestano nei suoi confronti. Vattick ha intrapreso un percorso simile al suo, che non sarà facile; per questa decisione, a prescindere da quello che possa aver compiuto in passato, lui lo stima e lo considera un amico.

6 commenti:

Mr. Mist ha detto...

Non so forse mi sbaglierò, ma tutto questo bel discorso credo sia il preambolo per qualcos'altro, la storia di Drizzt ha come punto centrale il secondo incontro con lo gnomo, forse il drow sottintende la stessa cosa per Vattick?

Tenar ha detto...

In realtà a Drizzt premeva far capire a J che quello che le è stato fatto è orribile, ma l'alternativa era ucciderla. In quel contesto non c'era alternativa alla malvagità. Quanto a un incontro futuro, chissà. Sicuramente Drizzt sta seminando, ma sa che sia J che Vattick non sono pronti, del resto anche lui ha incontrato lo gnomo solo anni dopo il primo scontro, quando entrambi avevano fatto un percorso di crescita (se no, forse, si prendeva una picconata in faccia). Inoltre ne Vattick ne Drizzt sanno come J sta reagendo. Per quello che ne sapevano loro, magari augurava a Vattick la peggiore delle morti

ursha ha detto...

Se viene a spare di questa conversazione di sicuro è quello che gli augurerà Drev...

jamila ha detto...

Può anche essere che il post non renda bene ciò che dovrebbe, considerato che scrivo in ritagli di tempo in momenti improbabili e a parecchia distanza dalle giocate. Inoltre è solo la prima parte.

@Ursha: tranquillo, Drev in realtà pensa molto peggio di quello che è e a questo punto non so a chi le stia tirando di più...

ursha ha detto...

E' che il principe delle ombre ha il fascino del bel tenebroso con gli occhi neri e forse anche qualche tendenza mediorientale...

Poi uno che si tappezza una torre con la pelle di Drago deve avere un ego di dimensione importante...

jamila ha detto...

Oh sì, un ego moooooolto sviluppato!
L'altro problema è che questo ego rimugina di continuo, dandosi ragione da solo, e parla troppo poco, per capire che forse forse si sta sbagliando...

Il principe delle ombre effettivamente è piuttosto carismatico, un pochino più di Drev, se non ricordo male. Sulla tendenza mediorientale, non so: ha la pelle grigia (grigia...), gli occhi interamente neri (niente parte bianca) e i capelli corvini.