Qualche giorno dopo riesco ad incontrare
Vladimir e la nostra guida, un uomo dal fisico asciutto e dai capelli scuri di
nome Tival. Un’altra scusa per scendere da sola a Silverymoon, non che ne
servano di elaborate o scaltre, perché Drev non chiede mai nulla. Passa molto
tempo in biblioteca, concentrato e corrucciato, ed è di poche parole. Del resto
anch’io trascorro parecchie ore studiando e documentandomi, però spesso ceniamo
assieme.
Nella saletta siamo solo in quattro,
noi tre più Loryn. Vladimir mi sorride sornione e mi saluta calorosamente, l’altro
è decisamente più composto, mi osserva con attenzione. Non è semplice trovare le
parole, ma dobbiamo chiarire alcune cose. Sanno che solitamente mi accompagno
ad altre persone, ma per questa missione ho preferito cambiare perché lo stretto
legame che ho con l’altro gruppo rischierebbe di influenzare pesantemente tutte
le nostre decisioni. So che la mia sopravvivenza è la priorità principale, so
che loro faranno di tutto per proteggermi, ma so anche che se qualcosa dovesse
andare storto e io fossi perduta, sapranno rendersene conto e tornare indietro
senza correre rischi ormai inutili. In poche parole, loro due verranno per la
missione in sé, e non per me, e questa è la differenza. Una grossa differenza.
Ora però voglio sapere perché hanno scelto di venire.
Vladimir parla per primo: dice che questa
occasione per lui è stata un segno del destino. Quando è scappato da Halruaa, era
perseguitato dagli Anziani perché su di lui gravava una profezia che lo vedeva
come responsabile del declino della nazione, o comunque di un grosso sconvolgimento all’interno di essa. Lui non ci ha creduto, non aveva nessuna
intenzione di nuocere a quella che considerava la sua patria, e da allora ha
sempre voluto dimostrare che si sbagliavano, che lui piuttosto avrebbe potuto
essere una grande risorsa per loro; questa gli sembra l’occasione giusta, il
gesto eclatante da sbattere in faccia a chi lo voleva morto.
Tival invece spiega che è spinto dalla sua
fedeltà a Silverymoon, perché sa benissimo che la minaccia di Shade è tangibile
e ogni giorno più pericolosa e va fermata; nessun altro qui conosce il
Sottosuolo meglio di lui, per cui è una sua responsabilità accompagnarci. Mi
piacciono la sua calma e la sua sicurezza. A questo punto interviene Loryn per discutere
dell’equipaggiamento e del percorso. Quando siamo agli accordi finali li avviso
della mia maledizione, cosa che suscita una certa malcelata ilarità in Vladimir,
che mormora qualche commento a mezza voce sul povero Drevlin. Per me invece è una pacchia, eh? Tutto
sarà pronto per la notte stabilita; per la verità manca la chiave per accedere
alla Tomba: Zelman non si è fatto sentire, ma sono convinta che per
la partenza ci sarà. Non resta che
parlare con Ilven, sperando in bene, ed è fatta. Siamo davvero al capolinea, pochi giorni e salterò nel buio.
Al mio ritorno a Selunnara trovo
Lintel tutto felice che chiacchiera con Drevlin. A quanto pare Aud si è ripresa
Lorcan. Eccola!! Ci è cascata di nuovo!
Almeno l’uomo caudato se ne starà bello
tranquillo per un po’ e, tutto impegnato a fare le fusa alla mogliettina, non mi
girerà intorno col rischio di rovinare tutto. Meglio così, ha un’ulteriore ragione per restare.
Chissà se vedrò mai loro figlio o se resterà solo una visione nei miei
ricordi.
7 commenti:
Cik, non avevo appunti, per cui spero di essermi ricordata bene la storia di Vladimir. Se ci sono inesattezze, tu avvisi e io correggo.
Oh meno male era ora! Perfetto si riparte: il respiro profondo l'abbiamo fatto ora è il momento di balzare! Ovviamente Lorcan permettendo! ;)
C'è ancora un matrimonio di mezzo...
Ah...! °_°
per il matrimonio sarò breve, promesso; ma la litigata a tre che ne segue non può essere taciuta...
e c'è anche un tete a tete con Drev immediatamente precedente...
Ce la puoi fare?
Mi preparerò psicologicamente guardando qualche puntata di Casa Vianello ed un paio di film di Muccino dove tutti urlano litigano piangono e sbattono le porte! ;)
...
(Come son caduta in basso... sigh!)
Non sono pratica dei film di Muccino, comunque qui nessuno piange e nessuno sbatte le porte. (Siamo all'aperto...)
Però ci sono state un sacco di vocine stridule (o strittule, come direbbe il machetto di secrate).
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