Compariamo in una grossa caverna
circolare dalle pareti grezze, in penombra, in cui ci sono altri quattro
portali, ognuno sormontato da rune e incisioni differenti.
Tival si dirige sicuro verso quello alla nostra sinistra, tocca un disegno
pronunciando una parola in una lingua che non conosco e ci fa segno di
attraversare anche quel portale. Questa volta usciamo in un ambiente più
piccolo e buio, che si restringe in un passaggio agevole che degrada verso il
basso: Tival si mette in testa al gruppetto, io resto “al centro”, dovrei recitare il
ruolo della matrona. Siamo tutti in contatto con un “messaggio”, anche perché
l’unico in grado di comprendere e parlare bene il drow è la nostra guida e se
non capiamo nulla diventa complicato essere credibili. Abbiamo
provveduto con la magia per la scurovisione con chi ne aveva bisogno, ogni
tanto giochicchio con il mio anello dell’invisibilità nascosta che tengo in
tasca fissato a un laccetto di cuoio. Sono un po’ nervosa, avverto che anche
Ilven e lo stregone sono tesi, ma ci rilassiamo tutti col procedere del
cammino, che per un giorno intero non presenta inconvenienti degni di nota o
incontri. In effetti siamo solo all’inizio della discesa, per ora le
preoccupazioni si limitano a qualche passaggio difficoltoso, ogni tanto un
odore solforoso colpisce le nostre narici. La roccia cambia tonalità e
consistenza a seconda delle zone, a volte strane venature creano contrasti
insoliti. Mi pare che sia Ilven quello maggiormente a disagio in questi
ambienti chiusi, ma sopporta bene, senza agitarsi. Io fatico a rendermi conto
dell’esatto scorrere del tempo, ma il ranger ne è perfettamente consapevole.
Del resto qui potremo adeguare i ritmi di sonno e veglia in base alle esigenze
del nostro fisico e alle difficoltà che dobbiamo affrontare. Ci accampiamo in
prossimità di uno slargo, in un punto protetto da alcune formazioni rocciose
disposte a semi cerchio. Abbiamo camminato per molte ore, vedo Tival
soddisfatto nel constatare che non mi stanco troppo; mangiamo un po’ di carne
secca parlando a bassa voce e ripassando la corretta pronuncia di alcune parole
in drow che ci potrebbero essere utili nelle emergenze. Vladimir mette una
certa enfasi nella parola “muori!”…
Turni di guardia e riposo. Ė
inevitabile che prima di dormire il pensiero vada a chi ho lasciato, a Drev che
forse ormai saprà che sono già partita… Però il mio sonno è profondo e
tranquillo, con Malik acciambellato addosso. A metà del giorno successivo
dobbiamo guadare un corso d’acqua. Al di là dei ricordi che inevitabilmente
questo evento risveglia in me, riusciamo a passare sull’altra sponda senza
grandi difficoltà, aiutandoci con le corde. Lorcan
sarà ancora arrabbiato e quando realizzerà di essere stato lasciato a casa sul
serio si infurierà! Ma Aud saprà farlo ragionare, ne sono sicura. Più impegnativa
risulta la scalata di una zona franosa che ci ostruisce il
cammino, ma anche in questo caso l’allenamento svolto a suo tempo e un
incantesimo “zampe di ragno” si rivelano utili a superare indenni l’ostacolo.
Un altro giorno di marcia, poi l’atmosfera sembra farsi più cupa ed opprimente,
riportando i nostri sensi al massimo dell’allerta per non tradirsi e non
commettere passi falsi. Riposiamo in una piccola grotta che si apre sul fianco
sinistro del passaggio principale, con i soliti turni di guardia. Ilven e Vladimir
si stanno adattando bene, non percepisco ansia, piuttosto una grande
determinazione da parte dello stregone.
Il mattino dopo il passaggio va
allargandosi e si fa più ripido. Dopo diverso tempo attraversiamo un’area molto
ampia punteggiata da licheni leggermente luminosi e ci imbattiamo in un branco
di quadrupedi, simili a dei grossi montoni con la gobba e con le corna ricurve.
Tival dice che si tratta di röthe, l’equivalente delle pecore nel Sottosuolo.
Ne approfitta per cacciare, così ceniamo con carne fresca, per la gioia di
Malik.
Anche il giorno dopo incontriamo
questi animali, ma questa volta sono tenuti in un gregge ordinato da
una specie di grosso fungo ambulante, che ci guarda preoccupato. Tival ci
spiega che questi miconidi sono esseri pacifici e dediti alla pastorizia.
Quando gli passiamo di fianco, il fungone accenna un inchino, nervoso, e parla
alla nostra guida. Lui, dopo averci comunicato via messaggio che l’altro
assicura di aver già pagato il tributo, risponde secco, poi contratta per
qualche minuto e dopo essersi fatto consegnare delle razioni, intima di
lasciarci passare. È evidente che il pastore è impaurito dalla mia presenza,
cerco di intimidirlo con uno sguardo truce per mettere alla prova la mia
interpretazione della matrona. Non che serva, poveretto… Credo che nelle
vicinanze ci sia un villaggio di queste creature, ma non abbiamo tempo per
simili distrazioni: ogni istante rosicchiato potrebbe fare la differenza. Tival
non ha mai dubbi sulla direzione da prendere in caso di biforcazioni, fino al
lago di Shadowdale la strada non presenta incognite.
6 commenti:
Ormai non ci credevate più, eh?
per la cronaca:
1) Non ho avuto alcun potere decisionale su spaziature e quant'altro! Sorry. Spero che il problema si risolva definitivamente una volta trasferito il tutto sull'altro pc.
2) Abbiate pietà per questo post... devo riprendere la mano sia con la storia che con la scrittura, sono lentissima, non mi vengono le parole e, come già detto, non ho uno straccio di appunto di supporto. Capitemi.
3) A mia parziale discolpa per la latitanza, sono un po' "acciaccata", sia fisicamente che psicologicamente. Ma vedrò di riprendere con un minimo di regolarità.
Buone vacanze a chi già le sta facendo.
Ammetto che non ci speravo più!
E invece...
Attendiamo il resto! :)
Felice ritorno!
Felice ritorno!
Evvai si ricomincia a leggere! Anch'io come Ale ero un po' sfiduciato ma ora sono gasatissimo! Attendo trepidante!
Ecco, magari non abbiate grande aspettative, perché a ricostruire questa parte sono un po' in difficoltà e devo davvero "riabituarmi" alla scrittura, per cui il risultato non sarà un granché. Ma spero di migliorare arrivando alla parte "documentata".
Nel frattempo, se qualcuno volesse ripassare la storia passata (ormai ve la sarete dimenticata!) senza sfogliarsi tutto il blog me lo dica, che, se non riesco a renderla disponibile in altro modo, piuttosto ve la mando via mail.
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