venerdì 17 settembre 2010

49d DA ELMINSTER

Non so come, all’arrivo della carrozza siamo pronti e ci presentiamo da Zelman puntuali. Dopo le ultime raccomandazioni, il capo ci materializza sulla strada principale di Shadowdale. Siamo qualche grado sopra lo zero, per terra una spolverata di neve. Camminando verso il villaggio non possiamo non notare un enorme edificio in vetro rosa a forma di fenice. Proprio brutto… Drevlin chiede a un passante cosa sia quell’obbrobrio. L’uomo lo osserva ironico e poi ribatte che visto il suo abbigliamento non dovrebbe permettersi certi commenti. Poi sospirando ammette che i chierici di Latander sono tanto buoni, per la carità, ma in fatto di architettura… Come ci è stato suggerito, compriamo un abbigliamento adatto al luogo e alloggiamo alla Locanda del Teschio. Nella sala comune raccogliamo informazioni tra gli avventori. Non è complicato, sono quasi tutti avventurieri in cerca di fortuna e ben disposti a parlare delle loro imprese. Senza contare quelli intenzionati a fare colpo su di me. In particolare un paio di guerrieri, che esibiscono la loro prestanza fisica e le loro gesta eroiche sotto lo sguardo vigile di Drevlin.
 Tutti sanno dove abita Elminster, anche se nessuno di loro ci è stato. Si tratta di un mulino ristrutturato dall’aspetto spartano. Quando arriviamo, la porta è aperta. Ci riceve. Per sicurezza bussiamo educatamente chiedendo permesso. La porta si chiude e si riapre. Entriamo in un atrio ben tenuto da cui salgono delle scale. Al piano di sopra, in una stanza molto ampia c’è un tavolo circolare apparecchiato per cinque, con una ciotola di tonno fresco per terra. Malik va in visibilio. Su una poltrona riccamente decorata e intagliata con motivi legati ai draghi, in aperto contrasto con la semplicità del resto dell’arredamento, sta seduto il mago. La poltrona è truzza anche per gli halruiani! Nonostante i capelli e la barba grigi, nulla in lui dà l’idea della vecchiaia. È un po’ inquietante… Ci dà il benvenuto, poi concentra la sua attenzione su Drev: sapeva che sarebbe venuto qualcuno a proporgli un nuovo modello di pipa. Oh no, incoraggiamolo anche… Drevlin gli mostra la sua creazione, che viene apprezzata. L’unico difetto è che non si può usare col tabacco. La cosa è voluta: il tabacco fa male. Elminster ride: un mago deve essere in grado di ovviare a questi piccoli inconvenienti! Ci invita a pranzo, a base di piatti locali. Mentre mangiamo, chiede il motivo della nostra visita. Gli spieghiamo che cerchiamo il bracciale di Saharel. Vuole sapere il perché. È inutile essere reticenti, raccontiamo tutta la storia. Lui è molto interessato, non sapeva niente del portale e di Selunnara. Le sue occhiate mi mettono a disagio. Ci dice che le Tenebre sono un problema, anche se l’anno scorso ha dovuto allearsi con loro per contrastare i Drow. Non ne sa molto, ma ci dà alcune informazioni preziose: il cambiamento in Tenebre è imposto, non si nasce così; pare stiano cercando discendenti netheresi per rinnovare il sangue, offrendo ai migliori di diventare dei loro. Lui crede che il sovrano non sia mai cambiato da 2.000 anni a questa parte, anche se i suoi sudditi probabilmente non lo sanno. Forse il loro ritorno nel Faerun è dovuto in parte a una sua cerca personale per mantenersi “vivo”: sarebbe interessato a un incantesimo ideato da Iolaum, un mago netherese sopravvissuto al cataclisma, in grado di prolungare la vita a piacimento a discapito dell’energia vitale altrui. Evitare che ci riesca sarebbe un’ottima cosa! Per questo Elminster è disposto ad aiutarci. Lui ha visto il bracciale addosso a Saharel in diverse occasioni, ma è meglio se chiediamo direttamente a lei. Ma non è morta? Non esattamente: per alcuni la questione è relativa… La maga, che era già un’arcilich da diverso tempo, dopo la sua ultima dipartita è “tornata” come fantasma. La troveremo a casa sua, a Spellguard, in un’antica roccaforte netherese che è sempre stata la sua residenza. Il problema è che per chi non è propriamente “vivo” da così tanto tempo, la percezione della vita e della morte è diversa rispetto a quella dei comuni mortali. Per cui non è detto che si preoccupi di disattivare protezioni potenzialmente letali in caso di visite, anche se amichevoli. Lui non può garantirci che ne usciremo incolumi.
 Terminato il pranzo, Elminster dice di voler parlare in privato con ognuno di noi.
 Ahia…

5 commenti:

Alfa ha detto...

Grazie davvero, Jamila!

jamila ha detto...

Bentornato Alfa.
Non so mai perchè mi merito i tuoi ringraziamenti, ma... grazie. ;-)

Alfa ha detto...

Perché? Perché lasci sempre dei commenti gentili.

^__^

Mr. Mist ha detto...

Eh... i chierici di Lathander ne so qualcosa, che pazienza deve aver quella povera divinità!
Intanto come ci sente Jamila ad essere al cospetto di una leggenda come Elminster?

jamila ha detto...

J è MOLTO a disagio sotto lo sguardo di Elminster. Nei post successivi sarà ancora peggio, ma più avanti capirà perché.