giovedì 2 settembre 2010

VERSO IL VILLAGGIO (Mystara)

Il punto di vista è quello di KELSIA, il post è di Tenar 

Mi mancano le cose ovvie, ma anche quelle a cui non ho mai pensato. L’umidità che si leva dai canali all’alba, la mano sporca di salnitro quando la si appoggia sui vecchi muri, la sensazione di pietra troppo liscia sotto le suole quando si attraversano i ponti e il marmo ormai levigato di certe statue, dove tutti passano le mani.
 Non ho dormito bene. Il silenzio, nel bosco, è fatto di tanti piccoli suoni differenti, rami e foglie che si spostano per il vento, passeggiare di piccoli animali, grida di caccia di civette. Inoltre non mi fidavo del biondo, Oz.
 Invece lui e la ranger, Kay, si stanno già preparando, perfettamente a loro agio. Bene, non resta che proseguire.
 A pranzo cerco di fare un minimo di conversazione. Kay è perfettamente padrona della situazione e sembra considerare me e Oz, ma soprattutto me, un dovere che le è stato imposto. Ho l’impressione che senza di noi eviterebbe di andare al villaggio, di noi è l’unica che vorrebbe tornare in fretta da dove è partita e dove, pare, ha lasciato qualche questione in sospeso. Spero di riuscire a dimostrarle quanto le sono grata per avermi preso sotto la sua ala.
 Oz risponde solo se interrogato. Credo di essergli del tutto indifferente, se sparissi, forse neppure se ne accorgerebbe.

Stiamo per ripartire quando qualcosa arriva nella radura dove ci siamo fermati.
 E’ una creaturina tutta verde e spaventata. Stranamente, attrae l’attenzione di Oz, che cerca di comunicare con lei. Ci riesce. L’uomo ci comunica che la famiglia dell’essere è stata massacrata dai goblin poco lontano da qui e propone di andare a vedere. Sono d’accordo, ma non mi pare il caso di lasciare solo e disperato l’omino verde. Oz si stringe nelle spalle e non mi degna di risposta, credo che la creatura abbia già cessato di esistere nella sua mente.
 Poco dopo troviamo un’altra radura. E’ un disastro. Creaturine verdi morte ovunque e in mezzo una quercia sulla quale paiono essersi accanite. Mi nascondo. Oz invece avanza apertamente, parlando in una strada lingua alla quercia (sospettavo fosse pazzo…) Le dice più cose di quante ne abbia dette a noi in due giorni. Poi, quando estrae una boccetta che per un istante fluttua a mezz’aria capisco che sta parlando a qualcuno che è invisibile. Un istante dopo si materializza una strana creatura metà elfo e metà cavallo, ferito e triste. Lui e Oz sembrano avere molto da dirsi e solo quando io e Kay ci avviciniamo hanno la gentilezza di passare al più comprensibile elfico.
 Il cavelfo è stato attaccato dai goblin. Non sa cosa stia accadendo, molte creature sono diventate estremamente aggressive e irragionevoli e sono in grado di attaccare e uccidere avversari normalmente non alla loro portata. La cosa sembrerebbe quasi un contagio. Per la prima volta vedo Oz interessato, oltre che sinceramente preoccupato per il cavelfo. Mi fa piacere, ma preferirei che nonostante la nostra mancanza di zoccoli e code anche io e Kay fossimo guardate come esseri pensanti.
 Avviso il cavelfo dell’esserino verde disperato e questi mi assicura che ci penserà lui. Bene.

 Noi proseguiamo, dopo poco sentiamo dei rumori. Dei goblin fuori di testa stanno infierendo sul corpo senza vita di un uomo. Appena diventano consapevoli della nostra presenza ci attaccano, o meglio, attaccano coloro che ritengono essere un pericolo, cioè Oz e Kay, io vengo del tutto ignorata. Non che così mi vada male, anzi, riesco a posizionarmi bene e a colpirli alle spalle. La cosa straordinaria è che neppure dopo che ne ho infilzati due mi notano. Certo, la spada di Kay e le magie di Oz sono molto più appariscenti, ma non mi è mai capitato di riuscire a colpire alle spalle tre membri di uno stesso gruppo senza che nessuno prendesse provvedimenti: sembrano proprio invasati!
 Non ci mettiamo poi molto ad avere la meglio su di loro, ma Oz e Kay sono leggermente feriti. Considerato quello che ci ha detto il cavelfo e le spade sporche di sangue secco siamo tutti preoccupati che il contagio possa diffondersi anche all’interno del nostro gruppo e ci diamo un gran da fare a pulire e fasciare bene le ferite. Poi, io e Kay andiamo dal cadavere dell’uomo. Sembra un soldato e ha indosso 5 monete d’oro. Se fosse un morto accidentale trovato in un vicolo di Glantri non mi farei problemi a derubarlo del tutto: lui non ne ha più bisogno. Non voglio però che la ranger pensi a me come a una ladruncola e esito. Lei invece non ha scrupoli ad aprire l’ordine sigillato che l’uomo portava con sé e fa bene. Apprendiamo dunque che il villaggio è sotto assedio da parte dei goblin e viene richiesto aiuto ai soldati di un forte. La cosa più giusta e più saggia da fare è portare il messaggio noi stessi al forte, anche se questo vuol dire affrontare le montagne.
 Per me, che non sono mai stata in montagna, la cosa ha un certo fascino.

7 commenti:

Mr. Mist ha detto...

Avete avuto una bella idea a descrivere l'avventura da più punti di vista! Rende bene!

jamila ha detto...

A me piace il punto di vista multiplo, per questo volevo convincere Nik a non mollare il blog. Ma non ho il carisma di J! ;-)

Mr. Mist ha detto...

Mi sa che dovevi convincere Tenar a convincere Nik, lei sì che ha il giusto appeal! ;-)

jamila ha detto...

Beh, tenar era (ed è) dalla mia parte, ma la pigrizia di Nik ha avuto la meglio. Poi sai com'è, tra moglie e marito...

Mr. Mist ha detto...

...non mettere il blog! XD
Io rimango della mia idea, col giusto appeal (o meglio sex appeal) secondo me ce la fa a convincere il pigro marito!

P.S.: ho visto sul blog di Tenar la foto del giorno del loro matrimonio, sono proprio una bella coppia!

jamila ha detto...

Bella quella foto!
Mah, ormai è rimasto troppo indietro... Quella di fargli "riaprire" il blog è una battaglia persa. Con questo non voglio nulla togliere all'Appeal di Tenar, sia chiaro. Voglio dire, dovrà "convincerlo" su ben altre cose che non il blog... ;-)

Tenar ha detto...

L'appeal di tenar è nulla, quando si tratta di combattere contro la pigrizia del Nik...