venerdì 5 agosto 2011

72a DROGATI E MANGIATI

  Il comitato d’accoglienza è schierato al gran completo: la naga accecata in linea retta col portale, affiancata da altre quattro. Siamo bersagliati da fulmini e raffiche di dardi. I primi li evito, i secondi sterminano le mie immagini speculari. Tamil è una scheggia e si fionda sulla naga con cui abbiamo già combattuto, che sembra essere la capa del gruppo. Io provvedo ad accecarne un seconda e Drev ad arrostirne una terza. Lorcan, vedendo che siamo in vantaggio, si rende invisibile e si defila a cercare Talassar. In effetti le nostre avversarie non riescono ad opporre una grande resistenza e cedono sotto i colpi di Tamil e sotto i nostri incantesimi. Mentre stiamo sistemando le ultime due, il portale dietro di noi vibra: gli umanoidi deformi del salone stanno venendo ad aiutare le loro padrone, ma vengono bloccati e imprigionati dai tentacoli neri che Drev aveva preventivamente lanciato a protezione del portale. Non hanno scampo. Tamil è già andata avanti a cercare Talassar, noi aggiriamo il costone di roccia dietro cui abbiamo combattuto e la raggiungiamo. Ci troviamo davanti i resti ben conservati di un edificio di notevoli dimensioni, diverse stanze sono già state riportate alla luce anche se sono ancora ingombre di detriti. Le prime, tutte affiancate tra di loro e unite da un porticato, sono “vuote”. Poi dietro l’angolo troviamo una specie di stanza frigorifera con i resti di alcuni corpi che sembrano proprio essere stati usati come spuntino. Lo stomaco mi si chiude, ricaccio indietro a stento la nausea e il disgusto. Ricompare Lorcan vicino a noi: dice che più avanti ha sentito dei rumori, c’è sicuramente qualcuno. Procediamo con cautela passando di fronte ad altre camere scavate dai detriti, in sottofondo si sentono dei colpi secchi di piccone. Nella stanza successiva ci sono sei ragazzi locali allo stremo delle forze accasciati in maniera quasi innaturale su due panche. Uno di loro è quello che avevamo cercato di rintracciare. Lo curiamo per riportarlo alla coscienza, lui parla in maniera sconnessa, farfuglia che li tengono a lavorare come schiavi, che li drogano per non fare sentire la fatica. E loro ubbidiscono perché se no non passano la dose… Li drogano per renderli incapaci di reagire, scelgono ragazzi robusti e resistenti, li massacrano di lavoro e quando non ce la fanno più li uccidono e se li mangiano! Proprio delle brave personcine! Mi cade l’occhio sulla ciotola contente resti non ben identificati che dovrebbero essere il pasto degli schiavi. Che bastardi…
  Drev evoca un disco levitante per caricare i ragazzi e portarceli dietro, con grande disappunto, seguito da plateali rimostranze, di Lorcan. Una trentina di metri più avanti, da dove arriva il rumore delle picconate, c’è l’altro turno di schiavi che sta lavorando, tra cui il nostro mezzelfo dai capelli rossi. Tamil corre da lui e lo abbraccia, con le lacrime agli occhi nel vederlo così emaciato e prostrato. Lui forse non riesce neanche a riconoscerla… Ci vogliono diverse pozioni perché riesca a rimettersi quel tanto che basta a recuperare un po’ di lucidità. Cerchiamo di spiegargli che siamo venuti per liberarlo, che ora li porteremo tutti fuori da questo posto. Già, ma cos’è questo posto? L’edificio che stanno scavando sembra un tomba, la tomba di un essere massiccio dall’aspetto da rettile e poco rassicurante, che Drev indica come un sarrukh. Emana un’aura sgradevole, indossa un’armatura metallica di ottima fattura e tiene le mani su una spada: dal perfetto stato di conservazione indubbiamente sono magiche. Il corpo dev’essere protetto da un riposo inviolato, gli diamo fuoco e prendiamo lo spadone per portarlo ai chierici di Ubtao. Il problema è riuscire ad andarcene tutti quanti senza dover tornare nel magazzino. Lorcan dice che è un rischio usare i teletrasporti per così tante persone e che la nostra missione ha la precedenza sul resto, per cui qualcuno dovrà restare qui ad aspettare “rinforzi”. Io e Drev non vorremmo abbandonare nessuno, la discussione si protrae e si scalda, finché il bardo si arrende. Un teletrasporto clericale per lui: deve portare con sé altre quattro persone. Lo so, non è così semplice… -“Se sbaglio siamo fottuti e sarà solo COLPA VOSTRA!” Si aiuta preventivamente con un incantesimo e lo vediamo sparire insieme al suo gruppetto. Poi è il turno di Drev, che si porta via anche Talassar e Tamil, infine il mio. Ci troviamo tutti sani e salvi al tempio di Ubtao, dove i feriti vengono accuditi e curati e dove l’arma del sarrukh viene presa in consegna. Lorcan mugugna: “Dovevamo per forza darla a loro? Lo sapete quanto ci poteva fruttare un oggetto del genere?” Il mago lo guarda di traverso con un sospiro di sopportazione, senza rispondergli. I chierici di Ubtao ci ringraziano di cuore, si attiveranno immediatamente presso gli Eletti per neutralizzare gli schiavisti.
  Finalmente mi rilasso: siamo tutti interi, siamo arrivati in tempo per salvare il mezzelfo e abbiamo scoperto il covo degli uomini serpente; ottimo! E non ho più avuto crisi d’astinenza.
  Ci godiamo una serata e una nottata di meritato riposo. Niente incubi manipolati da Shar, nessuna presenza opprimente, solo un bel sonno pulito e profondo.

5 commenti:

jamila ha detto...

Si sa, quando uno inizia a rilassarsi... ZACCHETE!

Mr. Mist ha detto...

Complimenti per il titolo la Parodi fa proseliti, eppoi per gli uomini serpente lo schiavo è come il maiale: non si butta via niente! ;-)

Per il resto condivido appieno il tuo ragionamento!

Anonimo ha detto...

@Mr Mist: ;-)
(non una dei proseliti, solo una presa per il c***)
J

Bardoscuro ha detto...

Com'ero nervosetto... Che fossero le prime avvisaglie?

jamila ha detto...

@Bardoscuro: Può essere...