martedì 22 settembre 2009

4 LA MALEDIZIONE DI MAKAL

Gdraddict: "il raduno dei Dik Dik" - ultima parte
Il mattino dopo arriviamo al monastero, dove i monaci ci accolgono cordialmente. Dopo averci dato una sistemazione, il priore ci riceve e Drevlin spiega che stiamo cercando il filatterio del Lich Atenor per evitare che venga usato per fini malvagi (ah sì?). Per questo ci viene consentito l’accesso alla loro fornitissima biblioteca, che però, con gran dispiacere del mago, non contiene libri magici. Scopriamo comunque che il Lich in vita era un dijinn e che il suo filatterio ha reso pazzo l’ultimo re di Sarawak, che pare l’abbia portato con sé quando è fuggito nel deserto. Inoltre, nel bel mezzo del deserto ci sarebbe un portale somigliante a una cascata che accede direttamente al piano elementale, ma per poterlo attraversare è necessaria una gemma. Questa però è stata letteralmente “incorporata” da un alto chierico di Ilmater, che si è poi fatto smembrare da un suo discepolo per disperdere le varie parti del suo corpo in tutto il Faerun, in modo tale che la gemma non potesse essere utilizzata. Ora, per poterla recuperare, è necessario ricostituire l’intero scheletro del santo. Complicato… Beh, i commenti di Drevlin sono stati ben peggiori! Perché hanno scelto un modo così contorto? Temevano un’invasione? Non pensavo che il piano elementale rappresentasse un tale pericolo.
Per avere informazioni più precise però dovremmo recarci all’antica capitale del regno di Sarawak, Makal, alla ricerca della biblioteca personale dell’ultimo pascià. Alcuni dei libri che abbiamo consultato infatti sono stati portati qui da avventurieri di ritorno da quel posto. Il problema è che la città è infestata dai non-morti e pare che molti di quelli che si sono arrischiati lì siano impazziti o abbiano tentato di uccidere, con risultati più o meno efficaci, i loro compagni. Non è certo invitante… Non mi piace l’idea: non morti, pazzia, pericolo, non so neanche esattamente per cosa dovrei rischiare la mia vita, in fondo io sono qui per caso. Però… se quelle notizie cadessero nelle mani sbagliate sarebbe davvero un bel guaio. In più, gli altri del gruppo mi hanno accettata senza chiedermi nulla, non hanno mai detto nemmeno una parola sull’artefatto che mi porto appresso, la cui aura diventa sempre più potente anche se continua a nascondermi la sua vera natura. Credo che Lee sia convinto che io sia una persona che non farebbe del male e questo basta a tutti loro. Forse non ho una vera alternativa: chiudermi nel monastero? Non c’è nient’altro nel raggio di chilometri, cosa potrei fare da sola? In questi giorni sono stata abbandonata anche dai miei sogni e dalle mie visioni… Quello che mi convince veramente è che gli altri sembrano dare la mia presenza per scontata, almeno di fronte a me. Drevlin al solito prende in mano la situazione e stabilisce il da farsi. Prima di congedarci, il priore mi parla in privato: con pregevoli perifrasi mi dice che vede il mio sangue angelico, che devo fidarmi delle mie capacità e cercare le risposte dentro di me, senza farmi influenzare dall’esterno. Io resto allibita. Discendenza extraplanare? Certo questo spiegherebbe i miei particolari poteri, però perché finora non l’ho mai saputo? Questi pensieri, più quello della città infestata, disturbano il mio sonno. Speriamo in bene…
Impieghiamo tre giorni per giungere a Makal.
Appena ci inoltriamo nelle rovine veniamo assaliti da un gruppo di zombie dagli arti deformati. Questa volta ce la caviamo bene e usciamo dal combattimento senza gravi ferite. Facciamo un giro per la città bassa senza trovare nulla di particolarmente interessante, ma il luogo è opprimente: la grandezza, lo splendore e la bellezza che un tempo caratterizzavano questi posti restano evidenti, ma tutto ora è come deformato, corrotto dall’interno da un male senza nome. Volti perfetti e forme armoniose di sculture e bassorilievi si sono contorti mostruosamente, ghigni poco rassicuranti scrutano i nostri passi. Anche noi parliamo poco. A tratti negli occhi di GP sembrano emergere ricordi… dev’essere molto sgradevole sapere com’era la città e vederla ora, non vorrei essere al suo posto.
Entriamo in un tempio, GP dice di riconoscerlo e che era dedicato alla divinità del commercio. All’interno una statua imponente dalle gambe ormai informi e saldate tra loro sta di guardia ad alcune gemme adagiate ai suoi piedi. GP è fortemente tentato, vorrebbe sgraffignarne qualcuna nonostante i nostri divieti. Ma dico, come si può pensare di rubare delle offerte a una divinità? Credo che il mio sdegno traspaia dall’occhiataccia che gli lancio, perché lui sembra restarne intimorito. Alla fine però la sua curiosità ha il sopravvento e lui allunga la mano per prendere una delle pietre. Il ceffone della statua che lo colpisce in pieno volto quasi lo ribalta. Drevlin è piegato in due dal ridere! Anch’io… Il genasi si massaggia la mascella lamentandosi e desiste. Del resto, se questi gioielli sono qui da secoli un motivo ci sarà…
Visto che non c’è quello che ci interessa cerchiamo l’accesso all’acropoli. Non impieghiamo molto a trovarlo, si tratta di un tunnel obbligato illuminato magicamente. Alla fine del lungo corridoio veniamo attaccati da una specie di pantera, che probabilmente si è fatta la tana qui. Stranamente ci liberiamo di lei senza grossi problemi ed infine ci ritroviamo in un altro tempio: qui il male che ha corrotto la città sembra ancora più concentrato, la sua aura sale dal sotterraneo. Scendiamo, su un piedistallo troviamo una grossa pietra sferica, modellata ad artigliate. GP le si avvicina immediatamente, io vorrei dirgli di fermarsi ma spinta da un’attrazione irresistibile anch’io la tocco con la mano. Il tempo rallenta… una visione!
C’è una forma demoniaca accovacciata dentro alla pietra, in attesa, che si nutre per diventare abbastanza forte da liberarsi. È come se volesse ghermirmi, ma una figura luminosa e angelica armata di spada si frappone fra me e lei per difendermi.
Vengo brutalmente riportata alla realtà da una forza che mi respinge scaraventandomi contro la parete della stanza. Dove poggiava la mia mano la pietra si è sgretolata e sale un refolo di fumo. Ben ti sta… GP però non è stato altrettanto fortunato: è per terra e si tiene la mano destra trasformatasi in un artiglio di dubbio gusto. Ahia! Prevedo guai…

8 commenti:

jamila ha detto...

Ora, i giocanti già lo sanno, gli altri magari no: aver toccato la pietra con la mano è il frutto del primo di una LUUUUNGA serie di tiri salvezza che ho fallito e che, come vedrete, mi procureranno guai ben peggiori di questo! Se poi aggiungete gli innumerevoli "1" sui tiri in combattimento, capirete la serie di sfighe che mi capitano.
Dovrò cambiare dadi...

Nik ha detto...

Direi che sei stata diversamente fortunata.

jamila ha detto...

Ah ah ah! L'artiglio diversamente bello, il monaco diversamente vedente, quindi tu saresti il diversamente sobrio?

Alksoth ha detto...

Secondo me è diversamente mago, cosa molto comune ad Halruaa.

Libertè ha detto...

è difficile seguire la vicenda, ma apprezzo sempre la scrittura ben curata...un bacio

Tenar ha detto...

La vicenda contorta è il parte colpa mia, che mi diverto a sbattacchiare i personaggi qua e là, ma prima o poi tutti i fili verranno tirati...

jamila ha detto...

Davvero è così difficile seguire la vicenda per i non giocanti?? Ho dovuto ridurre gli spiegoni all'essenziale se no diventava un po' palloso, però non pensavo si facesse tanta fatica a capire.
Che gentile la master (non reisco a usare mi-stress!)che si prende le colpe!

Libertè ha detto...

No, mi piace lo stessoXD XD
Siete fantastici^^