Riemergo
lentamente dall’incoscienza, nella testa un susseguirsi frenetico delle
immagini più disparate: volti e voci che si sovrappongono, luoghi sfumati,
appena intravisti… Non riesco a concentrarmi su nessuno di essi, appena mi
sforzo di pensare lucidamente il dolore torna lancinante. Spengo la mente e
lascio che sia il resto di me a riportarmi a galla da questo caos indistinto.
Affiorano suoni fievoli, presenze discrete…
Percepisco la
penombra della stanza, la morbida freschezza delle lenzuola, parole appena
sussurrate per non infastidirmi che non riesco a decifrare; e c’è qualcuno che
mi tiene la mano, con gentilezza, preoccupato per me. Tento di riaprire gli
occhi, lui stringe più forte la mia mano tra le sue, ansioso di vedere che sto
meglio; le sue emozioni, quello che prova per me, mi guidano nel ritorno alla
realtà. Lo riconosco prima ancora di mettere a fuoco il suo volto, gli sorrido
mentre lui si accuccia di fianco al mio letto mormorando il mio nome; mi sfiora
la guancia col dorso delle dita: “Questa volta mi hai davvero spaventato”.
Vorrei abbracciarlo, ma non riesco a sollevarmi. Se ne accorge e mi sorregge
premuroso: “Calma, sei ancora troppo debole, hai bisogno di riposo.” Mi bacia i
capelli, con una tenerezza che gli altri neanche immaginano in un uomo come
lui. Mi piacerebbe rassicurarlo: “È passata, sto bene… Non ti avrei mai
lasciato vedovo prima ancora di ufficializzare il nostro matrimonio!” Riesco a
farlo ridere, nei suoi occhi nerissimi l’ansia cede il posto al sollievo: “Ma
non scherzarci nemmeno su! Ora che ti sei ripresa sono più tranquillo.” Mi
adagia di nuovo sul cuscino: “Purtroppo devo uscire perché sono stato convocato
insieme a mio fratello. Tornerò prima possibile, tu intanto puoi dormire; Vania
si occuperà di ogni tua esigenza.” Mentre esce dalla stanza la schiava lo
saluta con un inchino rispettoso, poi mi risistema le coperte: “Qualunque cosa
vi serva, io sono qui, non dovete fare altro che chiamare”.
4 commenti:
Il risveglio in una "clinica" con tanto di schiava-infermiera personale niente male J! Attendiamo gli sviluppi di questa nuova vita!
Non è una "clinica", è casa mia...
(per la giocante, è stato un trauma!)
Ah .... Ma allora hai la badante! XD
Beh, in un certo senso...
anche più di una. Diciamo che sono controllata a vista. Sempre.
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